Studio Cnr-Aspo: “Transizione impossibile senza una drastica riduzione dei consumi”

Un atto di accusa contro le facilonerie "green": per la totale decarbonizzazione del sistema energetico italiano occorrerà una drastica riduzione della domanda.

 

 

Questa mattina abbiamo letto, con attonito stupore, l'articolo, annunciato già in prima pagina del Quotidiano Energia, “Transizione impossibile senza una drastica riduzione dei consumi”:

"Studio Cnr-Aspo sul sistema elettrico italiano: “Necessari aumento del 150% delle Fer, accumuli di breve periodo per 480 GWh e stagionali per 30 TWh e azioni lato domanda”... Per la totale decarbonizzazione del sistema energetico italiano occorrerà una drastica riduzione della domanda. E’ la conclusione cui giunge uno studio redatto dall’Istituto per i processi chimico-fisici del Cnr in collaborazione con Aspo Italia".

 

Un atto di accusa contro le facilonerie "green" e una contorsione degna di un fachiro indiano per il QE, che senza vergogna ammette di essere "media partner" nelle iniziative "rinnovabiliste" e che fino all'altro ieri titolava: “Transizione impossibile senza semplificazioni”, onde permettere la distruzione delle tutele ambientali e paesaggistiche per favorire (soprattutto) la speculazione eolica, come gli amici mugellani - tanto per fare un esempio - hanno ben capito.

Un articolo che, tradotto in soldoni (e scusandomi per la volgarità, che pure è talvolta necessaria per trattare di idee talmente grossolane), suona così: "Finora sulla transizione vi abbiamo raccontato un fracco di balle".

“Transizione impossibile senza una drastica riduzione dei consumi” significa: “Transizione impossibile senza decrescita” ovvero: “Transizione impossibile senza ripiombare nella miseria atavica”, da cui gli italiani sono usciti grazie alla libera disponibilità di fonti di energia a buon mercato garantite dall'ordine mondiale scaturito dalla seconda guerra mondiale e dalle felici decisioni dei padri fondatori dell'UE, progressivamente dimenticate dai loro indegni successori.

Raccomandiamo di leggere tutto l'articolo del QE e consigliamo la lettura del report Cnr-Aspo Italia sugli scenari "tutto rinnovabile" per la transizione energetica, disponibile on line, che così conclude, nelle edulcorate parole dell'articolo del QE:

 

"La transizione comporterà insomma nei prossimi decenni la realizzazione, gestione, manutenzione e periodica sostituzione di una grande infrastruttura energetica, la cui sostenibilità in termini economici e finanziari "deve essere approfondita".

 

Sì. Lo ammettiamo anche noi: qualche approfondimento appare necessario. Gli apprendisti stregoni si sono improvvisamente resi conto di averla combinata grossa, e ora cercano di correre ai ripari.

Ha gioco facile Maurizio Belpietro nel fare dell'ironia in prima pagina de La Verità di oggi: "Scoprono i disastri del green quando è troppo tardi":

"Il Sole non fa presto e scopre ora le follie green. All'improvviso anche i giornaloni hanno scoperto l'acqua calda, ovvero che la svolta green costa".

E costa, aggiungiamo noi, in modi del tutto intollerabili. Belpietro fa riferimento al Sole 24 Ore di ieri, sulla cui prima pagina campeggiava il titolo "Svolta green, costi fuori controllo":

 

"Politiche europee. Dopo le mosse su case e auto, riforma emissioni e dazio su importazioni inquinanti. In arrivo nuovi oneri su immobili, carburanti, industria e agricoltura. A passo spedito verso l'adozione "della più grande legge sulla protezione del clima di tutti i tempi". La Ue ha dato l'ok a nuove misure per la transizione... con il rischio che i costi (economici e sociali) della transizione vadano fuori controllo."

 

Le conseguenze politiche sarebbero ovvie. Ce le spiega molto bene su Il Foglio di oggi Chicco Testa, alla fine dell'articolo (tutto da leggere), "Tasse ambientali", che sottotitola: "L'Ue riforma il mercato delle emissioni e il dazio sul carbonio. Nuovi pesi per i più deboli":

 

"Diversi esponenti politici cominciano a pensare che queste misure avranno un peso decisivo nelle prossime elezioni europee. E rischiano di penalizzare fortemente proprio i principali sostenitori di queste misure: sinistra e popolari. E cominciano i mal di pancia. In effetti la sottovalutazione da parte della sinistra degli effetti economici sui ceti sociali che dovrebbero essere (ma non sono, ormai da molti anni. NdR) il suo riferimento elettorale appare alquanto stravagante. A meno che non sia vero che essa si è ormai rinchiusa all'interno delle Ztl."

 

Ancora più esplicito, tra i tanti servizi che ieri il Sole ha dedicato all'argomento, il corrispondente da Bruxelles Beda Romano nella conclusione del suo articolo "Dazi ambientali, case, auto, certificati: svolta green Ue con costi alti":

 

"Il PPE non vuole che il tema ambientale diventi una nuova arma politica nelle mani dei partiti più radicali, da aggiungersi alla questione migratoria. In questo senso, oltre a sottolineare i suoi sforzi per allentare la stretta ambientale, il Ppe non nasconde di volere siglare un qualche accordo politico con l'Ecr, prima o dopo il voto della prossima primavera."

 

A buon intenditor poche parole. Si tratta ora di stabilire se è solo il quotidiano confindustriale ad essere pronto a buttare in mare la Sinistra alle prossime elezioni europee oppure se il Sole è l'apripista dei giornaloni italiani che cercano di riposizionarsi per evitare di andare a fondo, travolti dallo tsunami della "Greenflazione" imposta dall'UE.

 

Alberto Cuppini  

 

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