Basta con il Mite, c'è bisogno di un ministero dell'Energia

 

L'appello di Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Confcommercio a Giorgia Meloni: "Basta con il Mite, c'è bisogno di un ministero dell'Energia".

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini

 

 

Abbiamo appreso dalla Staffetta on line del 4 ottobre, nell'articolo "Basta con il Mite, c'è bisogno di un ministero dell'Energia", che

 

"Per affrontare la crisi dell'energia c'è bisogno di un ministero dell'Energia. È quanto chiedono in un comunicato le federazioni di categoria dei Gestori degli impianti di distribuzione carburanti, Faib, Fegica e Figisc, alla vigilia dell'insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo. Due giorni dopo l'appello di Giorgia Meloni ai corpi intermedi a farsi coinvolgere. Con una dura critica, senza appello, alla gestione della politica energetica da parte del nuovo ministero della Transizione Ecologica, con la direzione Energia del Mise, trasferita sul piano formale al Mite, "diventata di fatto un corpo estraneo del dicastero dedicato alla tutela ambientale"."

 

Riportiamo direttamente ampi stralci del comunicato stampa, liberamente disponibile in rete:

 

La grave crisi energetica che sta attraversando il Paese ha reso evidenti – tra le altre cose – profondi errori di politica economica: l’assenza di una strategia energetica concreta e realistica, l’improvvisazione dettata dalle mode del momento e del politicamente corretto, stanno facendo emergere l’inadeguatezza e la fragilità dei provvedimenti assunti dalla politica italiana.

... anche nell’energia l’Italia si è ritrovata, presa alla sprovvista, senza una rete di sicurezza energetica e in balia degli avvenimenti di fronte ai nuovi scenari internazionali.

Che l’energia fosse un asset strategico era noto a tutti eppure si è scelto di minimizzarlo lasciando che fosse il solo “mercato” (e nel gas abbiamo visto come è finita) a fare le scelte, magari trascinato dalle scelte sulla transizione ecologica completamente distaccate dalla realtà.

Rientra in questo quadro di complessiva debolezza la scelta di collocare un pezzo importante della politica economica del paese, quella energetica direttamente collegata alla politica produttiva, in seno al Ministero dell’Ambiente, ampollosamente ribattezzato della Transizione Ecologica. Il risultato è stato che in questi anni di “competenza” il Mite si è occupato poco e male dei problemi energetici, non avendone storia né visione e non ha compiuto alcun sforzo per assimilare i temi dello sviluppo e della programmazione delle risorse energetiche necessarie a governare la transizione ad un futuro decarbonizzato.

In questo quadro la direzione Energia del MiSE è stata trasferita – sul piano formale – al MiTE diventando, di fatto un corpo estraneo nel Dicastero dedicato alla tutela ambientale...

Oggi, di fronte alla più grave crisi energetica che abbia mai affrontato l’Italia (molto peggio di quella del 1974), in uno scenario in netto peggioramento, appare ancora più urgente un accentramento delle risorse e delle competenze in un unico soggetto istituzionale...

è quindi necessario, nella definizione della nuova compagine ministeriale, la scelta di costituire un “Ministero per l’Energia” (o, almeno il ritorno dell’Energia nel Dicastero dello Sviluppo Economico). 

Il ritorno delle competenze sull'energia al ministero dello Sviluppo sarebbe invece, secondo noi, assolutamente preferibile alla creazione di un ministero ad hoc.

Queste tre federazioni di categoria, con questo documento, ci vogliono rubare il mestiere. Non è corretto. Qui ripropongono in un colpo solo - e all'improvviso - tutti i nostri cavalli di battaglia di questi anni, che nessun soggetto economico italiano aveva mai neppure preso in considerazione. In particolare il ruolo dell'ideologia del "politicamente corretto", di cui il mito delle rinnovabili salvifiche è componente irrinunciabile, e la consapevolezza che queste scelte suicide abbiano portato l'Italia (e l'Europa) alla più grave crisi energetica della storia, di magnitudine ben superiore rispetto a quella dello Yom Kippur.

In attesa che altri "corpi intermedi" (magari corpi, diciamo così, più "corposi" di questi) si facciano coinvolgere, come richiesto dalla Meloni, sullo stesso argomento, esortiamo la Premier in itinere a tenere fin da subito a debita distanza chi sostiene che "Solo con le rinnovabili usciremo dal tunnel della crisi energetica".

 

 Alberto Cuppini