Cingolani Con le rinnovabili l'Italia se ne starà al freddo

 

 

"Cingolani: Con le rinnovabili l'Italia se ne starà al freddo". Replica dei lobbysti: “Sulle rinnovabili nessuna lobby, faccia il suo lavoro”.

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

Oggi solo Verità & Affari riprende, con un articolo annunciato in prima pagina col titolo "Cingolani: Con le rinnovabili l'Italia se ne starà al freddo", la dirompente intervista di Cingolani di ieri concessa alla Stampa (dove il ministro ha parlato di "lobby dei rinnovabilisti", "narrazione falsa in certi programmi della tv pubblica", "speculazione", "profitti mostruosi" eccetera).

Gli altri "giornaloni" italiani (ma anche i "giornalini") hanno preferito mantenere la propria tradizionale linea editoriale del muro di gomma sui disastri provocati dalle rinnovabili.

In compenso, ad amplificare e a diffondere le durissime espressioni del ministro della "Transizione ecologica" ci ha pensato proprio la "lobby dei rinnovabilisti". Come scrive oggi la Stampa stessa (sotto il titolo "Gli ambientalisti sfidano Cingolani"):

"La levata di scudi degli ambientalisti contro il ministro Cingolani parte da Twitter".

La levata di scudi della lobby dei rinnovabilisti è proseguita poi con un articolo immediato di risposta imposto alla Stampa, che leggiamo già oggi sotto il  titolo  "Gli ambientalisti contro Cingolani: “Sulle rinnovabili nessuna lobby, faccia il suo lavoro”." La lobby dei rinnovabilisti ha dunque reagito istantaneamente e con la massima determinazione, utilizzando tutti gli strumenti e le tattiche tipiche delle lobby più potenti, per dimostrare che "sulle rinnovabili non esiste nessuna lobby".

Ma se una reazione furibonda (e ottusa) di questo tipo da parte della lobby delle rinnovabili era prevedibile, assolutamente imprevedibile - e inspiegabile - è il silenzio sulle parole del ministro Cingolani delle altre associazioni, che per anni avevano denunciato "le gravi conseguenze derivanti dal perdurare di una politica disinvolta in materia di insediamento di centrali eoliche”.

Tali associazioni, che per oltre un decennio avevano lottato per impedire i danni diretti e indiretti (come la distruzione ormai avviata dell'esistente sistema di tutele ambientali e paesaggistiche) causati dalle pale eoliche, si sono fatte sfuggire l'occasione di far rilevare a gran voce che oggi lo stesso ministro della "Transizione ecologica" ripropone alcune critiche da loro avanzate alle Fer non programmabili - e sempre ignorate dalla politica e dai media - dando in questo modo ragione alle loro tesi, contrapposte a quelle rivelatesi clamorosamente sbagliate di Legambiente.

Paura di essere accostati ad un personaggio ambiguo come Cingolani, visto dall'universo green come espressione della grande industria e del nucleare? Paura dell'impopolarità derivante dall'anticonformismo? Timore di perdere per strada le frange più gretine delle proprie associazioni? Malinteso senso di lealtà verso altri (sedicenti) ambientalisti? Diminuita capacità di analisi tecnica e politica in materia di energia?

Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Alberto Cuppini