Contro la crisi energetica l'India spinge al massimo le centrali a carbone

 

"Il governo indiano ha annunciato ieri che, per cercare di far fronte alla crisi energetica più grave degli ultimi sei anni, ricorrerà ancora più che in passato al carbone per generare elettricità. Verranno riaperte 100 miniere considerate fino all'altro ieri non sostenibili sotto il profilo finanziario."

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

 "Il governo indiano ha annunciato ieri che, per cercare di far fronte alla crisi energetica più grave degli ultimi sei anni, ricorrerà ancora più che in passato al carbone per generare elettricità. Da una parte verranno riaperte 100 miniere considerate fino all'altro ieri non sostenibili sotto il profilo finanziario; dall'altra una serie di centrali elettriche alimentate con carbone d'importazione saranno obbligate per legge ad aumentare la produzione anche a discapito della redditività."

L'articolo di Marco Masciaga a pagina 2 del Sole 24 Ore di oggi recita il de profundis per le sciatte ed avventate previsioni dei rinnovabilisti, culminate alla COP di Glasgow dello scorso novembre con l'apoteosi della peggiore retorica gretina.

La politica dell'Unione Europea, volta ad aumentare volontariamente i costi dei combustibili fossili ostacolandone gli investimenti e tassando le emissioni carboniche al fine di rendere conveniente l'uso delle ben più costose ed inefficienti energie rinnovabili, ha raggiunto i suoi obiettivi solo per metà. I costi dei combustibili fossili sono sì schizzati verso l'alto come desiderato ma, anzichè buttarsi sull'inaffidabile eolico e sul fotovoltaico come previsto dai nostri ingenui rinnovabilisti, il mondo ha scelto di ritornare al combustibile fossile più inquinante, cioè il carbone, proprio perchè meno caro. E' la prova provata dell'ennesima débâcle delle politiche ideologiche in salsa buonista della Commissione europea, sostenute acriticamente da televisioni e stampa mainstream.

Rileggiamo a questo proposito che cosa scriveva meno di sei mesi fa, sempre sul Sole 24 Ore, Elena Comelli nell'articolo "Per il carbone è iniziato il viale del tramonto" del 25 novembre scorso:

"Il destino dei tre combustibili fossili responsabili dell’effetto serra è stato suggellato questo mese a Glasgow, durante la Cop26, la conferenza delle parti sul clima. Non si può dire che carbone, metano e petrolio abbiano i minuti contati, ma un chiaro segnale di accelerazione nella loro dismissione c’è stato. Per quanto riguarda il carbone, è la prima volta che nel documento finale di una Cop viene introdotto un riferimento esplicito alla riduzione del consumo del peggiore dei combustibili fossili, le cui emissioni rappresentano quasi il 40% della CO2 emessa su scala globale. Si tratta dell'impegno più importante assunto dalla Cop26... per Alok Sharma è stata comunque una vittoria: «Oggi possiamo dire che la fine del carbone è in vista», ha esultato il presidente della Cop26... Per Chris Littlecott, direttore del think tank E3G, «questo impegno sul carbone è un grande passo avanti e sarebbe stato impensabile uno o due anni fa». Per E3G, malgrado la crescita dei consumi in India e in Cina, il carbone è davvero sulla via del tramonto, se non altro perché le fonti rinnovabili stanno diventando sempre più competitive e in molti casi il più sporco dei combustibili fossili non conviene più."

Ma torniamo alla realtà, cioè all'articolo di oggi sull'India di Marco Masciaga:

"L'aumento della domanda di energia innescato dalla ripresa è diventato ancora più difficile da gestire quando... si sono abbattute una serie di ondate di caldo precoci, intense e prolungate che hanno fatto schizzare verso l'alto i consumi elettrici legati agli impianti di condizionamento diffusi tra i ceti abbienti, ai più accessibili air cooler e agli onnipresenti ventilatori da soffitto. Nella capitale New Dehli - dove i mesi più caldi dell'anno sono maggio e giugno, quando i black out energetici fanno parte della quotidianeità anche dei quartieri esclusivi - la temperatura massima media ad aprile è stata di 40,2° e la domanda di energia elettrica superiore al 42% rispetto a un anno fa."

Consigliamo alle ragazzine ricche e viziate del venerdì mattina di organizzare la loro solita manfrina nelle prossime settimane a Nuova Dehli. Così potranno chiedere direttamente al miliardo e mezzo di indiani di spegnere i loro condizionatori per salvare il Pianeta dal surriscaldamento globale. Se fossero fortunate, potrebbe anche darsi che laggiù ricevano quelle salutari sculacciate che i loro genitori e i loro insegnanti - colpevolmente - non hanno mai osato infliggere loro. 

 

 Alberto Cuppini