Il ministero si fa in due. A Meloni l'ultima parola sui dossier che scottano

 

Il Resto del Carlino: "Giorgia Meloni avrebbe deciso di spacchettare il ministero della Transizione ecologica: l'Ambiente da una parte la Transizione dall'altra."

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Leggiamo dall'articolo di Antonella Coppari sul Resto del Carlino di oggi "Ambiente e Transizione Il ministero si fa in due A Meloni l’ultima parola sui dossier che scottano":

 

"Giorgia Meloni avrebbe deciso di spacchettare il ministero (della Transizione ecologica): l'Ambiente da una parte la Transizione dall'altra. Magari sotto le dirette dipendenze di Chigi come super struttura commissariale. Una mossa significativa: non si possono permettere troppi distinguo ambientalistici quando in ballo c'è il rifornimento energetico del paese, delle famiglie, delle aziende...

Prive di conferma le voci di una permanenza al suo posto di Roberto Cingolani, ma non prive di qualche fondamento."

 

Ottima notizia il ritorno del ministero dell'Ambiente, depurato dalle ideologie green di moda a Bruxelles. Ci permettiamo però qualche consiglio alla futura Premier:

- Nessuna "super struttura commissariale" o altri orpelli "commissariali". Basta commissari: l'Italia deve tornare in libertà. Il commissario dell'Unione europea e della finanza globalizzata era Mario Draghi, che ha terminato il suo compito. A lui grazie di tutto e arrivederci, da nonno, a Città della Pieve. Adesso ci deve essere un governo politico, altrimenti la prossima volta di italiani alle elezioni (che in meno di cinque anni hanno perso per strada altri 5 milioni di cittadini che si sono astenuti) ce ne andranno ancora meno e quei pochi che ci andranno chiederanno un governo ancora più "sovranista".

- L'immaginifico ministero della "Transizione ecologica", espressione del connubio tra l'ottusa burocrazia di Bruxelles, in preda all'ideologia del Pensiero Unico globalista, e la lobby dei rinnovabilisti che ha creato il fenomeno mediatico "Piccola Greta" (che la Meloni ha dichiarato, in tutte le salse e in tutte le occasioni, di detestare), deve essere abolito. Punto e basta. Altrimenti, tanto valeva dare il voto a Enrico Letta.

- Le competenze sottratte al ministero dello Sviluppo Economico devono ritornare alla base, senza ulteriori pasticci

- ed il ministero dell'Ambiente andrebbe depurato dai troppi dirigenti in quota Legambiente, che in questi anni ha spadroneggiato senza titolo e nessun valido motivo in via Cristoforo Colombo.

- E infine Cingolani. Che si è inginocchiato davanti a Greta.

Anche Cingolani torni a fare suo mestiere. Ed a lui, e alle "semplificazioni" che ha preteso ed imposto, non diciamo neppure grazie.

 

Alberto Cuppini