ITALIA IN MISERIA

Visco (Bankitalia): “Stiamo vivendo una profonda e drammatica svolta che potrebbe portare a scenari economici che sono difficili da definire”.

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

Mercoledì scorso, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco è intervenuto al dibattito "Monetary and Fiscal Interactions" in occasione della conferenza "The ECB and Its Watchers XXII", organizzata a Francoforte dall'Institute for Monetary and Financial Stability dell'Università Goethe di Francoforte.

Siamo venuti a conoscenza delle angoscianti dichiarazioni rilasciate in quel contesto dal governatore da un articolo di Paolo Annoni sul Sussidiario: “ITALIA IN MISERIA”/ L’allarme (censurato) di Visco sui rischi della guerra in Ucraina":

"In particolare, il Governatore si riferisce alla possibilità che la mancanza di gas possa portare a “razionamenti dell’elettricità o del gas mettendo in crisi la produzione... Stiamo vivendo una profonda e drammatica svolta che potrebbe portare a scenari economici che sono difficili da definire”. Il Governatore accenna anche alla possibilità che si verifichino rischi per la “stabilità finanziaria”... Visco prospetta la possibilità di uno shock dagli effetti imprevedibili che nella narrazione ufficiale non è mai stato contemplato. Anzi, in Europa si parla ancora di crescita".

Per illustrare il resto dell'intervento del governatore, rinvio volentieri all'articolo di Annoni, disponibile in rete sul sito del Sussidiario.net.

Per pura combinazione, quello stesso mercoledì nella nostra rassegna stampa avevamo accusato Visco di gesuitismo a causa di alcune sue ambigue dichiarazioni sulle drammatiche conseguenze della "transizione energetica", di cui il governatore si rende perfettamente conto. Non sappiamo se andare a dire - in inglese - le cose gravissime che ha detto in un consesso di ottimati a Francoforte rientri o meno in quella stessa categoria.

Certo che leggere le cronache che (non) ne hanno dato i giornaloni, ed in particolare il Sole 24 Ore, fa venire ulteriori, seri dubbi sulla buona salute della libera informazione in Italia e con essa sul corretto funzionamento dei fisiologici processi democratici di formazione della volontà popolare.

Qui in Italia, sui giornali e nelle TV, si continua ancora a parlare di "Transizione ecologica" come se fosse una cosa seria, col solo fine di sperperare i soldi del Pnrr per garantire ulteriori rendite parassitarie agli speculatori delle inutili se non dannose pale eoliche e pannelli fotovoltaici, ormai divenuti gli oligarchi de noantri.

Sempre sul Sussidiario, oggi un articolo di Giovanni Passali ci riferisce del "ministro Cingolani (quello della misteriosa “Transizione ecologica”, ma che vuol dire?!) il quale ha mostrato tutta la sua competenza dichiarando nel giro di 5 giorni: «Sostituiremo gas russo, nessun problema per arrivare all’estate» e poi: «In 24-30 mesi indipendenti da gas russo» e infine: «Senza import gas russo è tragedia sociale»." aggiungendo che "il “cattivissimo” Putin non c’entra un piffero e la colpa è tutta del Governo, delle sue scelte criminali in tema di politiche energetiche, compiute unicamente per compiacere i poteri europei."

Concludiamo di nuovo con Annoni:

"L’impressione è che siamo su un crinale che ha da un lato un abisso di cui non si vede il fondo e che non si vuole nemmeno prendere in considerazione; non perché non ci sia, ma perché fa troppa paura. La paura in questo caso sarebbe auspicabile; forse farebbe rinsavire molti. Ci viene il dubbio che questo non sia il momento di minimizzare e tranquillizzare per non peggiorare la situazione. Probabilmente è vero l’esatto contrario".

L'abisso senza fondo ce lo siamo cercati, tra l'altro, con l'irenismo e il gretismo di massa. Sarebbe il caso di rinsavire subito, sacrificando qualche carriera politica italiana ed europea, e, come scriveva ieri Tabarelli di Nomisma nell'articolo annunciato in prima pagina dal Sole, "dobbiamo anche riconoscere, velocemente, che servono urgentemente ingenti investimenti in nuova capacità produttiva di fonti fossili".

Quando ci saremo garantiti la sopravvivenza sarà possibile ripensare, in termini del tutto nuovi, con uomini nuovi e senza più la baggianata della "decarbonizzazione integrale" basata su pale e pannelli, al contrasto ai cambiamenti climatici.