La bellezza salverà il mondo

Il 21 gennaio scorso è stata inviata una lettera aperta ai presidenti delle regioni Toscana ed Emilia Romagna per richiamare l'attenzione sui rischi connessi ad installazioni di impianti eolici estremamente impattanti sul fragile territorio appenninico del Montefeltro. Sono passate alcune settimane ma non è giunta alcuna risposta.

 

 

Il 21 gennaio 2024 è stata inviata una lettera aperta ai presidenti delle regioni Toscana ed Emilia Romagna, rispettivamente Eugenio GianiStefano Bonaccini con l’obiettivo di richiamare l'attenzione sui rischi connessi ad installazioni di impianti eolici estremamente impattanti sul fragile territorio appenninico del Montefeltro.

La lettera è stata sottoscritta da alcuni nomi di spicco in ambito culturale quali il direttore d’orchestra riminese Manlio Benzi, il Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, Luca Cesari, il Docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini-San Marino, Alessandro Giovanardi, insieme a molti altri, tra cui diversi esponenti del mondo dell’arte, della musica, del mondo universitario e della Ricerca.

 

Hanno firmato la lettera anche diverse associazioni, in particolare Italia Nostra sezioni Valmarecchia, Firenze e Forlì-Cesena, WWF Forlì - Cesena e Rimini, I Cammini di Francesco in Toscana, Club Alpino Regione Toscana, Associazione D’là de Foss, Amici della Terra, L’Astrolabio, Atto Primo salute ambiente e cultura, Mountain Wilderness Italia, Associazione Chiocciola e tante altre associazioni che insieme a liberi cittadini si sono uniti per la tutela di questo territorio da un’enorme bolla speculativa legata all’industria eolica (siamo ad oggi arrivati a circa 60 aerogeneratori di grandissima taglia previsti a seguito di abbattimenti di ettari di bosco e a ridosso di nuclei storici, beni tutelati e aree naturali protette e prospicienti zone di dissesto idrogeologico). 

Tra i firmatari anche il sindaco di Casteldelci, comune romagnolo confinante con la zona di crinale toscana individuata per installare il primo di una serie di progetti, presentati nella Regione Toscana, che andrebbe a modificare radicalmente e irreversibilmente l’habitat dell’alta Valmarecchia e della Valtiberina.

Sono passate alcune settimane ma non è giunta alcuna risposta.

Di seguito si riporta uno stralcio del testo della lettera

 

La Bellezza salverà il mondo.

Si sarebbe tentati di credere che, almeno in parte, nei processi decisionali, si tenga davvero conto del significato profondo di questa citazione oggi comunemente abusata.
Con amarezza, invece, ci si ritrova costantemente di fronte a delusioni cocenti.
Come nel caso specifico, oggetto della nostra lettera…numerosi enti, associazioni e gruppi di liberi cittadini, nei mesi scorsi, hanno presentato una lunga lista di  contributi e di osservazioni per evidenziare, con dati oggettivi, le enormi criticità e, in estrema sintesi, l’inidoneità dell’area ad ospitare questo tipo di impianti eolici - e tutto il loro indotto - nonché il concreto rischio per la sicurezza del territorio, esortando la Regione Toscana a tenere conto degli effetti cumulativi che si
genererebbero per la realizzazione delle infrastrutture, nel rispetto delle direttive europee…

Nell’implementazione di questo progetto di impianto eolico e di tutti gli altri che sono stati presentati in seguito - che andrebbero a colonizzare letteralmente tutto il crinale appenninico di confine fra alta Valmarecchia e Valtiberina - non è stata prevista alcuna forma di partecipazione, negoziazione e confronto con le comunità locali.

Anzi, chi abita e ama il territorio è costretto a vivere il paradosso di doversi difendere proprio da chi dovrebbe svolgere un’azione di tutela, secondo un esplicito articolo della Costituzione.
Il danno imposto dai signori dell’industria eolica sarebbe enorme: un territorio massacrato e ridotto a periferia industriale - con danni collaterali enormi per la biodiversità e per l’economia locale, in primis le attività turistiche e culturali.
Non possiamo che rilevare come il concetto di sostenibilità e quello di transizione energetica, sfruttato per sostenere la necessità di tali operazioni, abbia in realtà perso ogni valore e sia ormai ridotto a mero slogan che legittima ogni azione e forma di estrattivismo e sfruttamento dei territori.
Siamo purtroppo di fronte a una condizione di inganno concettuale in cui diviene possibile una contrapposizione elettiva tra il Bene e la Bellezza, una distinzione astratta e strumentale tra l'ambiente e il paesaggio, tra idealismo delle istanze estetiche/paesaggistiche e realismo delle necessità economiche.

La narrazione corrente parla infatti di "sacrificio necessario". Il sacrificio della Bellezza.

Crediamo che questo sacrificio non sia necessario.

Crediamo che l’inestimabile patrimonio comune del nostro paese non debba vivere sotto minaccia costante.
Chiediamo a coloro che decidono di fermarsi e riflettere.
Chiediamo che l’opinione delle persone, dei cittadini, degli abitanti di questo paese, venga tenuta in considerazione e non sia costantemente ignorata o, peggio, schernita.
Chiediamo che chi ha la responsabilità di tutelare gli interessi della collettività, di fronte alla crisi energetica e ambientale correnti prenda decisioni in modo serio, trasparente e pianificato senza lasciare il tutto alla mercé del libero mercato.

Fiduciosi che prevalgano Buon Senso e Legittimità, porgiamo i nostri più cordiali saluti.