Il ministro dello Sviluppo Giorgetti sulla transizione verde: milioni di disoccupati

Abbiamo letto sul Corriere della Sera di stamattina, annunciata in prima pagina, l'intervista di Federico Fubini al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nell'articolo "Giorgetti: «Stiamo drogando l’edilizia. Invece dobbiamo sostenere le nostre filiere industriali»".

Nell'ultima risposta Giorgetti afferma testualmente: "Difendere il clima è necessario e l’Europa è la nostra risorsa. Ma non posso accettare che il prezzo siano milioni di disoccupati, con conseguenze sociali e quindi politiche molto serie."

Fubini continua nella sua tattica, diciamo così, di intervistare personaggi di nome per far loro dire sulla "transizione ecologica" le cose che vorrebbe dire lui stesso, ma che non può per una precisa valutazione di opportunità politica, essendo il suo giornale diventato, per scelta deliberata della nuova proprietà, l'organo ufficiale del Partito Democratico. L'intervistatore non crede però, sembra di intuire, che ci saranno milioni di disoccupati come prevede Giorgetti. Neppure Fubini si rende conto (come del resto non se ne rendono minimamente conto tutte le nostre élite, che campano per lo più di pensioni o, nella migliore delle ipotesi, di stipendi e/o di prebende pubbliche) di che cosa significhi privarsi dell'energia da idrocarburi senza avere alternative a disposizione (eolico e fotovoltaico, come da noi spiegato fino alla noia e come i fatti stanno dimostrando, non sono "alternative") e di che razza di disastro abbiamo (hanno) combinato rinunciandoci all'improvviso. Finiremo, come più volte da noi ammonito, come il Venezuela.

Divertente leggere Giorgetti che afferma "certo i tedeschi difendono bene i loro interessi". I tedeschi, rinunciando al diesel, hanno commesso il più colossale suicidio della Storia economica mondiale. Le principali responsabili politiche sono state l'ex cancelliere Merkel e il suo mal riuscito clone Von der Leyen, che a capo della commissione UE fa da cinghia di trasmissione delle decisioni del governo tedesco. La sciagurata Baerbock, che adesso hanno come ministro degli Esteri, è persino peggio... I tedeschi non riescono più a vendere una macchina. A gennaio la loro industria manifatturiera ha già perso il 4% di fatturato rispetto ad un anno prima e l'inflazione è al 5%. Vedremo quanto resisteranno gli elettori tedeschi che in passato, in situazioni analoghe di stress, alle urne hanno dimostrato di sovra-reagire. Ed allora cadevano da molto più in basso.

Giorgetti nell'intervista sostiene che tutto il mondo ride di noi e si chiede perchè nessuno ci pensi... Sembra uno che passa di lì per caso, come il ministro Cingolani secondo Carlo Lottieri, e non il ministro dello Sviluppo economico. Che verrà ricordato con ironia, in quanto tale, dalla Storia.

Tutto questo a conferma di quanto sostenuto a conclusione del nostro ultimo post  sul sito della Rete della Resistenza sui Crinali. Nelle parole di Paolo Annoni: "La crisi energetica non è una grandinata. Si può risolvere a patto di cambiare politica e di resistere alla mala informazione che è stata propagandata da un paio di decenni".

 

Alberto Cuppini