Come in un libro scritto male, l'Europa si è uccisa per Natale

Mentre l'esplosione dei prezzi del gas e dell'elettricità (che ha svelato l'inganno delle fonti rinnovabili "alternative" e che minaccia il tessuto economico e sociale dell'Europa) rende manifesto l'errore di avere trascurato per molti anni gli investimenti nel gas naturale, la commissione UE e la BCE si impegnano in tutti i modi perchè in futuro ne arrivi il meno possibile.

 

 

Ieri il PUN (per i fabbisogni elettrici di oggi) aveva testato il massimo storico, oltre i 300 euro al MWh. Oggi (si veda il grafico GME qui sopra) il PUN è letteralmente esploso, avvicinandosi, in un colpo solo, a 350 euro. Fino a ieri persino gli operatori più smaliziati (si veda in particolare l’analisi degli Energy Advisors) guardavano soprattutto ai futures ed erano (relativamente) tranquilli perchè i futures indicavano che in primavera gli eccessi nei prezzi sarebbero stati riassorbiti. La scorsa settimana, invece, abbiamo assistito alla più repentina salita dei prezzi a termine della storia e qualcuno (giusto con qualche anno di ritardo) ha cominciato a preoccuparsi davvero:

"La risposta non può essere la fideistica attesa di Fer rese continue da una capacità di accumulo che non esiste" ammette finalmente il brain trust coordinato dal Professor Giuseppe Gatti.

Persino Gatti (l'unico che aveva osato, a parte Oreste Rutigliano per il CNP, andare in audizione in Parlamento a criticare strutturalmente il Pniec), finora aveva sottostimato la gravità dell'esplosione dei prezzi di gas ed elettricità e non ne aveva individuato (meglio: non ne aveva voluto individuare) le sue cause vere.

I venti di guerra in Ucraina e l’allungamento dei tempi di messa in esercizio del gasdotto Nord Stream 2 hanno certo contribuito a questo ultimo boom. Ma soprattutto ha pesato il folle annuncio della Germania, con l'avvento dei Verdi al governo federale, di stabilire un prezzo minimo per la CO2. Sarebbe stata in ogni caso (si legga il mio ultimo post sul sito RRC) solo questione di tempo. Gli analisti avevano fino a ieri colpevolmente trascurato che l’aumento dei prezzi del gas - e quindi dell’elettricità - non era congiunturale ma era deliberatamente ricercato dalla commissione europea, e quindi esso è destinato a persistere ed a peggiorare almeno finchè sopravvive la commissione europea stessa. Difficile dare la colpa a russi o cinesi. Stiamo andando verso il suicidio del continente con più determinazione, sconsideratezza ed entusiasmo di quello dimostrato nel 1914.

Tutto però, anche in Italia, procede business as usual. Ieri, in apparenza, c’era stata per la prima volta (si veda il secondo grafico GME qui sopra) un primo sintomo di consapevolezza della gravità della situazione con una lieve diminuzione dei volumi trattati. Oggi, invece, coi volumi sul Mercato del Giorno Prima siamo sui massimi degli ultimi 30 giorni...

La diffusione del panico nelle aziende viene tenuta nascosta. Solo sulla Staffetta Quotidiana leggiamo:

"Ancora non c'è percezione di quello che sta accadendo, si parla di aumenti del 40 o del 50%, non capisco perché la gente non parli di quello che realmente si sta verificando ovvero che i costi della bolletta si stanno quadruplicando".

Come scrive Giuliano Sarricchio di Controllabolletta.it sulla Staffetta di ieri nell’articolo “Disastro mercati energetici: ultimo treno per il prezzo fisso?”:

Un quadro drammatico per tante aziende, che potrebbero prendere la triste decisione di abbassare le saracinesche in attesa di tempi migliori”.

Buon Natale a tutti. E cattive festività alle Erinni di Bruxelles. E di Berlino.

 

Alberto Cuppini