Istituzioni, associazioni e cittadini uniti contro il supplizio eolico della Valmarecchia. Il maxi impianto eolico "Badia del vento" è solo l'apripista di uno uno scempio ambientale e paesaggistico senza precedenti.
Continuano a fioccare maxi impianti eolici a corona di Badia Tedalda. L’ultimo progetto si chiama “La Fonte” e prevede 8 mega aerogeneratori che interessano anche i comuni di Sansepolcro e Pieve Santo Stefano. Arriviamo così ad un totale di 64 aereogeneratori alti dai 180 ai 200 metri che si estenderanno dalla Valtiberina fino al Montefeltro.
E mentre arrivano nuovi progetti, la Regione Toscana dà il via libera a “Badia del Vento”. È incredibile, una situazione surreale, ma tutto questo sta avvenendo nonostante le istruttorie tecniche ed i pareri negativi delle Regioni confinanti (Emilia Romagna e Marche), dell’Unione Comuni della Valmarecchia con Casteldelci in prima fila, delle Province di Rimini e Forlì-Cesena e delle Soprintendenze, che insieme a tutte le principali associazioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio hanno preso una posizione netta e chiara per scongiurare uno scempio ambientale e paesaggistico senza precedenti. Come noto, ci troviamo di fronte a un concreto rischio di disastro ambientale, con abbattimento di boschi, sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi e tonnellate di cemento armato per reggere le imponenti torri d’acciaio, con l’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza del territorio.
Desta sconcerto la lettura dei verbali delle conferenze interne della Regione Toscana, acquisite mediante accesso agli atti da parte delle associazioni, dove i pareri del settore di Valutazione Incidenza Ambientale cambiano da negativi senza possibilità di compensazioni a favorevoli con prescrizioni.
Anche la secretazione dello studio anemologico desta perplessità circa la trasparenza della procedura amministrativa. Risulta infatti che la Regione Toscana abbia negato l’accesso agli atti da parte di Italia Nostra Valmarecchia allo studio anemologico, dando seguito alla volontà del proponente di mantenere segreti dati ambientali sulla ventosità del crinale. Invece tali dati, a parere delle associazioni, dovevano essere resi pubblici anche a fronte di osservazioni secondo cui la ventosità nei nostri Appennini sarebbe nettamente inferiore rispetto ai paesi del nord Europa.
Infine è necessaria una riflessione politica.
Michele De Pascale, il neo presidente della Regione Emilia Romagna, in occasione del comizio elettorale del 20 ottobre 2024 nel teatro di Novafeltria in Valmarecchia, si era impegnato a tutelare questo territorio dai maxi impianti eolici. Esponenti del suo stesso partito (Andrea Gnassi, Emma Petitti e Alice Parma) e dell’opposizione (come Nicola Marcello di FdI e Marco Croatti del M5S) hanno ripetutamente preso posizione in tal senso con interrogazioni e comunicati stampa. L’assessore all’Ambiente dell’Emilia Romagna, Irene Priolo, su Badia del Vento aveva addirittura dichiarato:
"Siamo contrari e ci batteremo in tutte le sedi".
Sul fronte toscano, invece, non si capisce chi tenga realmente le redini di questa vicenda, più che mai controversa. Si auspica con forza una presa di posizione e un intervento diretto sia da parte del presidente Eugenio Giani, che ama la storia di questi territori e che ha recentemente stipulato un accordo di collaborazione con il presidente De Pascale per le aree appenniniche di confine, sia da parte dell’assessore all’Ambiente Monia Monni, in diretto collegamento con gli uffici della Regione Toscana che continuano a schernire i pareri tecnici degli enti confinanti ignorando le loro pianificazioni territoriali.
Approvare Badia del Vento significa infatti non tenere conto delle differenti tutele paesaggistiche e culturali, trascurando le programmazioni di quegli stessi territori che, su quelle tutele, si sono distinti sia per l'attenzione che per il proprio specifico contributo. Non considerare tutto questo aprirebbe un vero e proprio vulnus nei rapporti istituzionali, una ferita indelebile per le persone, per i comuni, per le attività di queste aree interne romagnole e marchigiane che con fatica hanno lavorato negli ultimi anni scegliendo di investire su tali territori, assicurandone il presidio abitativo e sociale.
Inoltre, se dovessero perseverare nella loro indifferenza verso le altrui ragioni, il presidente Giani e l’assessore Monni dovrebbero spiegare i motivi per i quali gli uffici regionali della Toscana bocciano sistematicamente i maxi impianti eolici che insistono in Maremma e invece approvano quelli a ridosso delle regioni confinanti, mettendo così a rischio lo sviluppo delle comunità e la sicurezza dei loro vicini di casa.
Ma una cosa è certa: se la Toscana andrà avanti per questa strada, le associazioni firmatarie si uniranno alle istituzioni della Regione Emilia Romagna, della Regione Marche ed ai loro cittadini per la difesa dei territori dalle speculazioni e da ogni forma di prevaricazione.
Rimini, 23 Aprile 2024
Italia Nostra Valmarecchia, Italia Nostra Arezzo, WWF Rimini, WWF Forlì-Cesena, I Cammini di Francesco in Toscana, Associazione D’là dé Foss (Al di là del Fosso).