Rassegna stampa (e solo quella di martedì e mercoledì!) dei disastri, che si stanno concretizzando e accumulando, provocati dalla balzana idea di far funzionare l'Europa con pale eoliche e pannelli fotovoltaici.

 

 

"Eolico in crisi".  Questo ormai si legge da tutte le parti. Ma non sui giornaloni. Come se tacendo si risolvesse il problema. Il terribile e innominabile problema è: "Numerose giornate senza vento" in Germania. Niente vento e niente sole (come è abbastanza comune d'inverno, specie di notte) significa che l'enorme potenziale eolico e fotovoltaico tedesco diventa inutile e periodicamente si scatena la caccia disperata, costi quel che costi, all'energia elettrica prodotta dagli impianti tradizionali di tutt'Europa, che in questo modo recuperano i ricavi compromessi dalla concorrenza sleale delle rinnovabili non programmabili (ma sussidiate in tutti i modi possibili).

Il Sole 24 Ore è terrorizzato dai costi dell'energia e riporta "le difficoltà dei settori produttivi":

Chimica ("Verso fermata produttiva a questi prezzi"), Cemento ("Costi annui in crescita di 80 milioni"), Ceramica ("Senza interventi la crisi sarà irreversibile"), Fonderie ("Competitività a rischio. Subito nuove misure"), Carta ("Proteggere l'industria dalle speculazioni"), Vetro ("Si perdono produzione e posti di lavoro").

L’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni continua a non rispondere e a sottrarsi ad ogni forma di confronto con i rappresentanti della coalizione TESS sulla sua proposta di legge sulle "aree idonee", che favorisce sfacciatamente l’industria delle energie rinnovabili. E così in Toscana, una delle regioni più famose al mondo per la bellezza, si realizzerà il più grande scempio ambientale e paesaggistico della storia d'Italia, che porterà la firma di chi questa legge l’ha voluta, promossa ed infine approvata.

 

La Coalizione TESS ha trasmesso all’assessore all’Ambiente della Toscana Monia Monni il resoconto della Conferenza del 25 Gennaio nel Comune di Borgo San Lorenzo, che ha visto una grandissima partecipazione, con persone arrivate da ogni parte della Toscana e persino dall'Emilia Romagna e dalle Marche, con la presenza di importanti esponenti del mondo scientifico e dalla cultura, dei sindaci e rappresentanti delle forze politiche bipartisan, compreso l’eurodeputato Francesco Torselli che ha voluto portare il proprio contributo.

All’evento hanno partecipato relatori di grande rilievo come Paolo Pileri del Politecnico di Milano, Vincenzo Delle Site del CNR, Massimo Rovai dell’Università di Pisa, Paolo Cacciari, Daniela Poli dell’Università di Firenze, Monica Tommasi dell’associazione Amici della Terra, Sandra Marraghini di Italia Nostra, Fabio Borlenghi dell’associazione Altura, Grazia Francescato e Isabella Guerrini.

Endorsement sono arrivati da Alessandro Barbero e dal sindaco di Manciano Mirco Morini. Altri sindaci hanno voluto essere presenti e portare le proprie testimonianze come nel caso di Emanuele Piani, sindaco di San Godenzo e Leonardo Romagnoli, il sindaco del Comune di Borgo San Lorenzo che ha permesso l’organizzazione dell’evento. 

Diversi relatori e rappresentanti delle associazioni hanno evidenziato come la proposta di legge aree idonee della Regione Toscana favorisca l’industria delle energie rinnovabili, che agisce con gli espropri collocando i propri impianti secondo una logica prettamente di profitto economico, ovvero dove i terreni costano meno: nelle aree agricole, in quelle ricche di biodiversità e montane, che con il loro suolo vergine e i loro boschi sono fonte di quei servizi ecosistemici essenziali per la vita e per la lotta al cambiamento climatico.

Domenica prossima 9 Febbraio alle ore 16 si terrà un incontro pubblico presso il Teatro Comunale di Castiglione dei Pepoli per la presentazione (reiterata dopo le precedenti bocciature) dei progetti di eolico industriale nel territorio dei Comuni di Castiglione e Camugnano.

 

 

Dopo l'archiviazione di due progetti presentati alla Via regionale dalle ditte Santa Chiara Energia ed Energia Pulita 3, le due piccole ditte, di capitale sociale di 10.000 euro ma facenti parte di gruppi milionari attivi nel settore delle rinnovabii (gruppo Hope e gruppo tedesco VBS), hanno ripresentato i due progetti, di cui uno aumentato di potenza, alla Via nazionale.

L'area oggetto di questi due progetti, che ricadono su Camugnano e in parte su Castiglione dei Pepoli, è la medesima del progetto di Fontanavidola di 13 anni fa, presentato da Enel Green Power, dove il proponente si ritirò.

Il progetto Santa Chiara, denominato Trasserra, è stato pubblicato sul sito del ministero dell'Ambiente (MASE). Il termine per l'invio delle osservazioni è il 23 febbraioQui il link al progetto nel sito web del ministero.

Siamo a disposizione per ogni chiarimento al numero 338-9543742.

 

Comitato Difesa Paesaggio Camugnano/Castiglione dei Pepoli

 

Coalizione TESS: La legge aree idonee della Regione Toscana è inaccettabile. Questa la conclusione del convegno organizzato a Borgo San Lorenzo dal titolo “Territori e Comunità per una transizione energetica senza speculazione”.

  

 

Non un convegno, ma una vera e propria maratona l’evento organizzato dalla Coalizione TESS il 25 gennaio a Borgo San Lorenzo dal titolo “Territori e Comunità per una transizione energetica senza speculazione”. Un evento che ha visto una grandissima partecipazione, con persone arrivate da ogni parte della Toscana e persino dalla Emilia Romagna e dalle Marche, con la presenza di importanti esponenti del mondo scientifico e dalla cultura, dei sindaci e di rappresentanti delle forze politiche dei diversi schieramenti.

Al mattino è stata data voce ai territori che all’unisono hanno evidenziato la fortissima attività predatoria da parte dell'industria delle energie rinnovabili che agendo con espropri colloca i propri impianti nei terreni agricoli e nelle aree appenniniche con abbattimenti di estese aree boschive. Hanno partecipato anche Gea Firenzuola CER e Illuminati Sabina CERs informando i presenti sull’esperienza delle comunità energetiche.

Nel pomeriggio hanno portato il loro prezioso contributo relatori di grande rilievo come Paolo Pileri del Politecnico di Milano, Vincenzo Delle Site del CNR, Massimo Rovai dell’Università di Pisa, Paolo Cacciari, Daniela Poli dell’Università di Firenze, Monica Tommasi presidente dell’associazione Amici della Terra, Sandra Marraghini di Italia Nostra, Fabio Borlenghi dell’associazione Altura, Grazia Francescato e infine Isabella Guerrini.

Endorsement sono arrivati da Alessandro Barbero e dal sindaco di Manciano Mirco Morini con il suo accorato appello a rivedere la legge regionale ora al vaglio del Consiglio Regionale. Altri sindaci hanno voluto essere presenti e portare le proprie testimonianze come nel caso di Emanuele Piani, sindaco di San Godenzo e delegato ANCI per i parchi e le aree naturali protette e il sindaco di Borgo San Lorenzo Leonardo Romagnoli che ha permesso l’organizzazione dell’evento. Sono intervenute diverse forze politiche bipartisan con esponenti impegnati sia a livello locale che europeo. Moltissimi interventi anche da parte del pubblico presente in sala.

Diversi relatori e rappresentanti delle Associazioni hanno evidenziato come la legge aree idonee della Regione Toscana, che sarà approvata a breve dal Consiglio Regionale, andrà a favorire le società energetiche a scapito degli interessi della popolazione locale, della collettività e dell’ambiente, contrastando addirittura la normativa europea sul ripristino della Natura (Nature Restoration Law), perché, anziché aumentare del 50% le aree protette, consegna il 30% delle ultime aree verdi alla speculazione energetica. La legge toscana favorisce infatti l’industria delle energie rinnovabili che agisce con gli espropri collocando i propri impianti secondo una logica prettamente di profitto economico, ovvero dove i terreni costano meno: nelle aree agricole e in quelle ricche di biodiversità e montane, che con il loro suolo vergine e i loro boschi sono fonte di quei servizi ecosistemici essenziali per la vita e per la lotta al cambiamento climatico.

Così terreni fertili saranno sterilizzati per “coltivare” distese di pannelli fotovoltaici con danni incalcolabili all’agricoltura e gli Appennini verranno stravolti da colate di cemento per sorreggere enormi pale eoliche alte fino a 200 metri nonostante il concreto rischio di dissesto idrogeologico. Anche il paesaggio toscano sarà irrimediabilmente compromesso con tutte le conseguenze sulle attività economiche legate al turismo.

Manca inoltre una concertazione delle pianificazioni tra le regioni limitrofe poiché i mega impianti eolici riversano i loro impatti anche nei territori circostanti come sta accadendo, ad esempio, nel Montefeltro, nell’area di confine tra alta Valtiberina e Valmarecchia, dove Emilia Romagna e Marche sono in netto contrasto con le intenzioni della Regione Toscana.

La Coalizione TESS non è contraria alla transizione energetica; al contrario auspica un'accelerazione della democratizzazione delle produzione attraverso le comunità energetiche e un meccanismo che obblighi all’ utilizzo delle aree già disponibili, che permettono ampiamente di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, così come certificato nel report ISPRA del 2023 e 2024. Le ditte proponenti devono quindi rivolgere i loro progetti in aree già edificate, come ad esempio i capannoni industriali, i parcheggi, le aree abbandonate e degradate, le arterie autostradali e ferroviarie e le zone industriali, imponendo (in modo effettivo e vincolante) la priorità dell’uso del brown field.

Profondo rammarico per l’assenza dell’assessore all'Ambiente della Regione Monia Monni, che ha dimostrato una scarsa disponibilità, nonostante l’ampissima adesione di associazioni e comitati e le reiterate richieste di confronto.

La Coalizione auspica che l’Amministrazione regionale voglia aprire un sereno e costruttivo tavolo di confronto, nel reale interesse dei territori. Diversamente, le promesse di ascolto e di condivisione resteranno solo parole al vento.

 

Firenze, 27 gennaio 2025

COALIZIONE TESS

www.coalizionetess.com

 

 

Il direttore d’orchestra riminese Manlio Benzi, inorridito dalla prospettiva del nulla osta ai numerosi ed enormi progetti di eolico industriale sui crinali del Montefeltro e dell'Alta Valmarecchia in comune tra Romagna e Toscana, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale e a quello della Regione Toscana Eugenio Giani. Scrive Benzi: "E’ sconfortante che dopo il secolo delle ideologie sembra esserci rimasto solo il tempo ancora più povero e desertificato degli slogan. Quasi bastasse appropriarsi dell’etichetta Green, di un manifesto elettorale dai confortanti naturali colori pastello, per acquisire di diritto la patente di salvatori del mondo. Forte il sospetto che l’iperbole del ‘Non c'è più tempo’ serva ad eliminare la possibilità del confronto, del giudizio, a liquidare come insopportabile lacciolo ogni rilievo critico."

 

 

Gentili presidenti,

In questi giorni le Regioni sono tenute a predisporre le leggi di regolamentazione di aree idonee e non idonee relative alla progettazione di impianti di energie rinnovabili. Sui crinali del Montefeltro e Alta Valmarecchia in comune tra le due regioni insistono numerosi ed enormi progetti di eolico industriale. La Regione Emilia Romagna si è, a più riprese e con vari esponenti, dichiarata contraria a quei progetti fortemente invasivi; differentemente la Toscana sembrerebbe orientata a concedere il nulla osta a procedere. Auspico che anche la Toscana, pur nell’autonomia della propria giurisdizione, decida di uniformarsi alle scelte della regione confinante, su un territorio comune, dove le scelte dell’una hanno inevitabili, enormi ricadute su quelle dell’altra. Vi lascio qualche riflessione, che prendendo spunto da questo particolare caso, si allarga alle dinamiche della politica energetica del Paese.

Recentemente ho avuto modo di incontrare a margine di Ecomondo un importante europarlamentare del PD che si occupa delle scelte energetiche del partito. Nel nostro fuggevolissimo confronto l’onorevole ha chiaramente espresso la sua posizione, ispirata a due concetti fondamentali:

1) Non c’è più tempo (il cambiamento climatico, la terra brucia etc,)

2) In questo contesto è inaccettabile ogni critica alle energie rinnovabili che sono il Bene assoluto e l’unica residua speranza di salvezza.

La perplessità di fronte alla perentorietà di quegli assunti diventa inquietudine se li si considerano nella loro combinazione. Forte il sospetto che l’iperbole del ‘Non c'è più tempo’ serva ad eliminare la possibilità del confronto, del giudizio, a liquidare come insopportabile lacciolo ogni rilievo critico.

Un politico non può mai dire ‘non c’è più tempo’. Il tempo c’è, e si determina con scelte più o meno giuste. E gli strumenti che l’evolvere della tecnica mette a disposizione, non sono in sé il Bene o il Male: dipende dall’uso e dalle circostanze. Sempre. Sconfortante se in quasi due secoli di età industriale, non abbiamo ancora imparato nulla dalla lezione di giganti del pensiero occidentale da Nietzsche a Heidegger sino al nostro Galimberti che ci hanno messo in guardia a che la tecnica sia uno strumento e non il duce del nostro pensiero e delle nostre vite. Il Bene o il Male non è nei mezzi che adottiamo per il nostro vivere, quanto nel come gli pieghiamo al nostro ideale di vita, alla nostra Cultura.

E questo vale anche per le fonti di energia. Non c’è dubbio che le energie rinnovabili siano una straordinaria occasione, per altro in continuo e amplissimo sviluppo (chi scrive come i più che combattono contro preoccupanti speculazioni, è del tutto convinto della gravità della situazione climatica e della necessità di cambiare strada), ma anch’esse andranno sottoposte al giudizio del ‘come’.

E riferendomi qui esclusivamente alla questione dei progetti di eolico industriale sui crinali del nostro Appennino (che rappresenta uno dei rari luoghi ancora incontaminati del nostro disastrato Paese, nonché la culla della civiltà europea), purtroppo è inevitabile prendere atto del disastro con cui essi si configurano.

Per lo più giganteschi impianti industriali, che necessitano di enormi investimenti, senza uno straccio di piano industriale, in totale squilibrio tra bene pubblico e privati imprenditori. A questi si apre l’ampia prateria della speculazione, per di più drogata dagli incentivi che paghiamo in bolletta, alla pubblica Amministrazione solo il peso spesso ambiguo della concessione. Esattamente lo schema che ha ridotto come sappiamo gran parte del Paese.

Nel caso dell’alta Valmarecchia, da cui ha preso spunto la mia riflessione, tutto è cominciato una quindicina di anni fa, quando mediatori di imprese multinazionali sono arrivati proponendo improbabili fiumi di denaro. Da lì una interminabile sequela, che ancora perdura, di estenuati procedimenti di VIA. Per lo più negativi nei loro esiti tecnici, sfociati in una sonora bocciatura di questo genere d’impianti da parte del governo nel 2017. Ora ritornando ai sopra descritti principi della nuova era, il ‘Non c’è più tempo’ sembra liquidare d’un tratto tutto il lavoro paziente e attento di quei rilievi tecnici e culturali, che indicherebbero l’inopportunità paesaggistica, geologica, storica di quegli impianti in quei luoghi. Inquietante pensare alla leggerezza con cui (non) vengono valutati e gestiti i rilievi di natura idrogeologica, dopo i disastri e le ferite ancora sanguinanti della nostra Regione.

E’ sconfortante che dopo il secolo delle ideologie sembra esserci rimasto solo il tempo ancora più povero e desertificato degli slogan. Quasi bastasse appropriarsi dell’etichetta Green, di un manifesto elettorale dai confortanti naturali colori pastello, per acquisire di diritto la patente di salvatori del mondo.

E’ solo nel come si fanno le cose, per un bene comune, ognuno nel proprio piccolo, che il Mondo si potrà eventualmente salvare.

Ho conosciuto tantissime persone, che con passione e gratuità si dannano quotidianamente l’anima nella lotta per la tutela della nostra terra. Molti a proposito della materia di cui sto discutendo, si sono raccolti nella associazione TESS (transizione ecologica sostenibile).

Sarebbe buona cosa se, nel vostro difficile compito di amministratori, provaste a confrontarvi con loro.

 

Manlio Benzi

 

La coalizione interregionale TESS replica all'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Monia Monni sul decreto aree idonee.

 

Sul disegno di legge aree idonee e non idonee per gli impianti da fonti di energia rinnovabile l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni ha costruito (si legga l'articolo su La Nazione del 3 gennaio)  una narrazione funzionale ad oscurarne la vera natura.

Con questo disegno di legge, infatti, la Regione Toscana, anziché confermarsi come modello relativamente positivo in tema di tutela dell’equilibrio tra natura e sviluppo antropico, diverrebbe, all’opposto e con scandalo mondiale, un catalizzatore delle speculazioni che ben presto stravolgeranno il suo paesaggio, con distese di pannelli fotovoltaici nei campi ed enormi pale eoliche nelle colline e negli Appennini.

Diversamente da quanto le dichiarazioni alla stampa dell’assessore fanno apparire, questo disegno di legge favorisce le società energetiche a scapito degli interessi della popolazione locale, della collettività e dell’ambiente, contrastando addirittura la normativa europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Infatti, anziché aumentare del 50% le aree protette come prescritto dall’UE, questa legge consegna il 30% delle ultime aree verdi della Toscana alla speculazione energetica. Così terreni fertili saranno sterilizzati per “coltivare” distese di pannelli fotovoltaici con danni incalcolabili all’agricoltura e gli Appennini verranno stravolti da colate di cemento per sorreggere enormi pale eoliche alte fino a 250 metri (cinque volte la torre di Pisa!).

La verità è che la bozza del disegno di legge presentata dall’assessore Monia Monni lascia ampi spazi all’industria delle energie rinnovabili che, come si è già potuto ampiamente constatare, agisce – con gli espropri! – collocando i propri impianti secondo una logica prettamente di profitto economico, ovvero dove i terreni costano meno: nelle aree agricole, in quelle ricche di biodiversità e montane, che con il loro suolo vergine e i loro boschi sono fonte di quei servizi eco-sistemici essenziali per la vita e per la lotta al cambiamento climatico.

La coalizione TESS non è contraria alla transizione energetica. Che si debba fare è fuori discussione. Ma si deve fare con criterio, utilizzando le aree già disponibili che permettono ampiamente di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea, così come certificato nel report ISPRA del 2023 e del 2024.

Le ditte proponenti devono quindi rivolgere i propri progetti in aree già edificate, come ad esempio i capannoni industriali, i parcheggi, le aree abbandonate e degradate, le arterie autostradali e ferroviarie, le zone industriali eccetera, imponendo (in modo effettivo e vincolante) la priorità dell’uso del brown field.

L’obiezione che la Coalizione TESS rivolge all’assessore verte dunque sul modo di procedere affrettato, poco lungimirante, condizionato da forti interessi economici: non dimentichiamoci le centinaia di miliardi di euro di incentivi già concessi alle rinnovabili elettriche e pagati dai cittadini nelle bollette della luce.

Rivolgiamo ancora una volta il nostro appello all’assessore Monia Monni affinché la Toscana gestisca in modo razionale la transizione energetica con una governance non inficiata da logiche di sfruttamento e da meri interessi speculativi.

Chiediamo che l’opinione degli abitanti del territorio, dei cittadini e di tutte le persone interessate venga tenuta in considerazione e non sia costantemente ignorata o, peggio, schernita.

Chiediamo alla Giunta e al Consiglio Regionale (che in questo preciso momento hanno la responsabilità di tutelare gli interessi della collettività di fronte alla crisi energetica e ambientale in corso) di decidere in modo serio, trasparente e pianificato, senza lasciare tutto alla mercé degli interessi privati dell’industria delle energie rinnovabili.

Infine ribadiamo che le oltre 80 comunità e associazioni ambientaliste riunite nella Coalizione TESS sono favorevoli agli impianti di energie rinnovabili; le etichette di “No Pale” o di “NIMBY”, con cui si tende a liquidarle, sono unicamente funzionali alla narrazione che vuole distrarre l’opinione pubblica dal pericolo della speculazione.

 

Firenze, 7 gennaio 2025

 

Coalizione TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione

 

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ma non vengono considerate e così si lascia spazio alle speculazioni. Un appello della coalizione TESS alle pubbliche istituzioni della Regione Toscana.

 

 

 

La coalizione TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione) ha recentemente inviato una lettera all’Assessore all’Ambiente Monia Monni, in relazione alla Legge che la Regione Toscana sta emanando per regolamentare nel proprio territorio l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici con relative infrastrutture collegate, come i container con le batterie di accumulo.

Come attestato dal report ISPRA 2023 sul consumo di suolo, le superfici assolutamente idonee all’installazione di impianti di produzione e di accumulo di energia da fonti rinnovabili sono disponibili in abbondanza. Un’amministrazione oculata e lungimirante dovrebbe perciò obbligare le società proponenti a rivolgere i loro progetti esclusivamente in quelle aree, impedendo le speculazioni ed evitando di impoverire il territorio, il suolo, la biodiversità e le economie locali. Dovrebbe inoltre incentivare alternative sostenibili come le Comunità Energetiche Rinnovabili rispetto all’eolico “gigante” (che avvantaggia solo le società proponenti senza alcun reale beneficio per l’ambiente e per la collettività) ed esigere congrue garanzie fideiussorie per il ripristino dello stato dei luoghi a fine vita degli impianti.

Il disegno di legge, che è stato anticipato dall’Assessore Monni in occasione dell’incontro del 21 novembre con le Associazioni, va invece nella direzione opposta, prefigurando danni enormi e irreversibili all’ambiente, alla salute, all’agricoltura ed al paesaggio con conseguenze sulle attività turistiche e sull’economia di territori toscani famosi in tutto il mondo per la bellezza.

Estese aree della Toscana saranno ridotte a periferie industriali senza operai, con ulteriore consumo di suolo e disboscamenti negli Appennini, per far spazio a enormi pale eoliche, pannelli fotovoltaici e container con batterie di accumulo, senza alcun beneficio per i cittadini che vedranno il proprio patrimonio immobiliare svalutato a vantaggio dell’industria delle energie rinnovabili.

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L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti