Dopo la batosta elettorale di Timmermans in Olanda, bastonate a tutto l'ambientalismo

Il Foglio: "La rivoluzione era stata messa nelle mani di Timmermans, al quale era stato dato l'ordine di andare avanti come un treno, incurante delle proteste". Alberto Clò: "Le prossime Europee possono archiviare questo ambientalismo".

 

Timmermans kaputt. E allora: Dai a ch'al can, come dicono a Bologna. Ma la batosta di Timmermans alle elezioni olandesi (e la vittoria di Wilders, gran dispregiatore dell'eolico) non ha comportato solo la fine politica del kamikaze della "rivoluzione green" in Europa, ma ha spalancato le cateratte dei risentimenti contro tutti i fautori dell'European Green deal basato sull'ideologia delle "rinnovabili" intermittenti, che la Commissione UE in questi anni ha voluto imporre a tutti i costi ed a tappe forzate.

Per darvi l'idea di quello che è il comune sentire circa l'ambientalismo mainstream delle rinnovabili salvifiche (che non si percepisce dai giornaloni e dalle televisioni, che raccontano tutt'altra storia e poi non si sanno capacitare delle vittorie di Milei e Wilders), ecco due articoli di ieri (domenica) in edicola. Basta leggere i titoli:

Da Libero: "La Cop28 fallisce per colpa dell'ideologia ambientalista sull'uso dei fossili e delle rinnovabili".

Da il Giornale "È l'ambientalismo irragionevole che fa salire i costi in bolletta".

Si potrà obiettare che i quotidiani delle "Destre" (come ama chiamarle Bertinotti) sono redatti da giornalisti grossolani, per vendere e farsi leggere da un pubblico altrettanto grossolano. Osservazione che non è neppure del tutto falsa. Per respingere (parzialmente) l'obiezione, vi sottopongo i toni e gli argomenti di un articolo, pubblicato sempre ieri su Il Sussidiario, di Sergio Luciano, che sui giornaloni ha scritto per decenni: "I cambiamenti impossibili finché comanda Berlino" ed in particolare il capoverso:

"La recente sentenza di Karlsruhe ha impedito che il Governo devolvesse 60 miliardi di aiuti pubblici a suo tempo stanziati contro il Covid, che per fortuna è una minaccia rientrata, a supporto e accelerazione della transizione ecologica, sulla quale i tedeschi sono talmente in ritardo da aver riacceso le centrali elettriche a carbone! Avendo spento dopo Fukushima le loro 23 centrali nucleari, per le pressioni di ecologisti intronati quanto i nostri… Una decisione che definire stupida equivale a diffamare gli stupidi. È assai peggio che stupida: è politicamente e strategicamente autolesionista".

"Ecologisti intronati quanto i nostri" e "Una decisione che definire stupida equivale a diffamare gli stupidi". Mica male - no? - per un frequentatore dei salotti buoni del giornalismo italiano.

Oggi contro l' "iper-ambientalismo" interviene pure il mite professore Alberto Clò, nell'intervista, annunciata in prima pagina de La Verità e realizzata da Tobia De Stefano, dal titolo "Le prossime Europee possono archiviare questo ambientalismo".

L'ex ministro dell'Industria e amico di Romano Prodi, nonostante non abbocchi alle numerose provocazioni dell'intervistatore, non può fare a meno di affermare (tra l'altro):

"Spero che nelle prossime elezioni europee si replichi l'effetto Timmermans per i guasti provocati da un'impostazione tutta ideologica delle politiche ambientali"

e

"Io penso che la miopia di una certa sinistra che ha sposato le tesi dell'Europa sull'ambiente potrebbe favorire una vittoria della destra in Europa... La colpa principale (della sinistra. NdR) è quella di aver acriticamente sostenuto, col suo voto determinante in Parlamento, decisioni che hanno un impatto tremendo sulla vita delle persone normali, del ceto medio e delle fasce più povere".

A proposito della responsabilità che adesso tutti vorrebbero addossare a Timmermans (ovvero l'ex vicepresidente della Commissione UE, come se adesso al mondo comandassero i vicepresidenti) è opportuna una precisazione. La scelta di un capro espiatorio è una spudoratezza senza limiti per salvare la vera responsabile, la sciaguratissima presidente Von der Leyen, alle incombenti elezioni europee.

Ecco cosa leggevamo in un articolo chiarificatore, a cui ha collaborato David Carretta, del Foglio del 30 novembre, dal titolo "Quel che resta del Green Deal dell'Europa", che sottotitolava

 "L'Ue è la regione del mondo che ha ridotto di più le emissioni. Ma ora il malcontento verde cresce, e si corre ai ripari smantellando le ambizioni. Il Green deal era stato presentato come un paradiso che avrebbe comportato pochi sacrifici e molti vantaggi. Il test delle europee."

e dove si argomentava:

"E' così che è nato l'European Green deal, marchio di fabbrica della Commissione della von der Leyen. La rivoluzione era stata messa nelle mani di Timmermans, al quale era stato dato l'ordine di andare avanti come un treno, incurante delle proteste di alcuni settori della società, dell'economia o della politica. E la rivoluzione andava fatta a marce forzate... Solo che la rivoluzione verde di von der Leyen si è inceppata. Peggio, in alcuni settori la Commissione, il Parlamento europeo o i governi hanno messo la retromarcia".

E la retromarcia l'hanno messa pure in Argentina, con la vittoria di Milei, quello della motosega.

Si tratta dell'applicazione della terza legge di Newton. Ad ogni demagogia corrisponde una demagogia uguale e contraria. Mi sa tanto che presto anche le Onlus e le Ong europee verranno motosegate. Difficile meravigliarsene, in particolare dopo l'esplosione dell'isteria collettiva sulle "rinnovabili" (a cui gli ambientalisti nostrani, salvo rare eccezioni, hanno dato il loro entusiasta contributo) ed il conseguente impoverimento collettivo. E soprattutto inutile rammaricarsi delle rappresaglie in arrivo, dopo tanto latte (e denaro pubblico) versato.

Chi è causa del suo mal...

 

Alberto Cuppini