Giorgia Meloni: "Il superbonus è stata una truffa". E l'eolico?

"Disastro", "tragedia contabile", "la più grande truffa ai danni dello Stato"... Giorgia Meloni l'altro ieri in Consiglio dei Ministri come il bambino della favola del vestito nuovo dell'imperatore. Invitiamo la Presidente del Consiglio ad una rapida agnizione pubblica, nella stessa sede istituzionale, anche per gli altri "disastri" e per le altre "truffe" volute dall'ideologia green, a cominciare dai disastri economici, energetici, ambientali e paesaggistici causati dalle pale eoliche piantate a tutti i costi in cima alle montagne dell'Appennino per "salvare il Pianeta".

 

"Disastro", "tragedia contabile", "la più grande truffa ai danni dello Stato"...

Giorgia Meloni l'altro ieri in Consiglio dei Ministri come il bambino della favola del vestito nuovo dell'imperatore.

Lo leggiamo non solo sulla stampa filogovernativa, come il Giornale nell'articolo "Superbonus? La più grande truffa...", ma anche sui quotidiani "liberal", come la Stampa ed il Corriere della Sera, che cercano goffamente di addebitare il disastro a Giuseppe Conte, per nascondere le responsabilità di Draghi e del PD.

Il "superbonus 110%"... Altrochè la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Qui ci si rifaceva la casa gratis e ci si guadagnava pure. Lo sapevano tutti fin dall'inizio che era una cretinata tale da trascinare a fondo i conti pubblici, ma nessuno osava riconoscerlo. Non solo i cittadini comuni ma anche e soprattutto gli uffici istituzionali di controllo contabile, la stampa ed il Parlamento (maggioranza e opposizione, compreso il partito della Meloni), che hanno finto, con l'endorsement di professoroni e di autorevoli (...) istituti di ricerca, di credere nell'incredibile: di fronte alla prospettiva della riduzione delle emissioni di CO2 - e perciò della salvezza del Pianeta - grazie al cappottino alle case degli italiani, tutti si sono mostrati disposti ad accondiscendere a questa (ennesima) baggianata green. A tacere d'altro, una pessima (si può dire pessimissima?) figura per la democrazia italiana.

Il bello è che, a provocare la fine della cuccagna (e del naufragio dei conti pubblici - e del buon senso - italiani), è stato l'intervento degli uffici contabili di Bruxelles, attuato per mettere in difficoltà il governo "nemico" della Meloni. Le minori entrate di bilancio spalmate su un decennio (come erano sempre state considerate fino a quel momento quelle dei bonus dei precedenti governi - a cominciare dall'inventore della droga dei "bonus", ovvero quello di Romano Prodi - senza che Bruxelle avesse mai obiettato alcunchè) adesso si devono ascrivere come spesa pubblica da registrare nell'anno in cui è maturato il diritto. E meno male! Come scrive Luca Monticelli su Il Secolo XIX di oggi nell'articolo intitolato "Salasso senza fine per il Tesoro":

"Nei corridoi del Tesoro circola una battuta: "Se non ci fosse stata la stretta al Superbonus fatta con il decreto di novembre dell'anno scorso, adesso lo Stato porterebbe i libri in tribunale."

Bene: ne prendiamo atto. Adesso cauterizziamo l'emorragia nei conti pubblici e facciamo finta di avere scherzato. Ma impariamo la lezione di questa mefitica vicenda: le cialtronate rimangono tali anche se le si dipingono di (retorica) verde.

Invitiamo perciò la Presidente del Consiglio ad una rapida agnizione pubblica, nella stessa sede istituzionale, anche per gli altri "disastri" e per le altre "truffe" volute dall'ideologia green. A cominciare dalle pale eoliche per "salvare il Pianeta", da piantare a tutti i costi (in tutti i sensi) in cima alle montagne. Gli incentivi italiani alle rinnovabili elettriche sono già costati alla collettività oltre 200 miliardi di euro. Ma quel che è peggio, come ha dimostrato l'esplosione dei prezzi energetici (conseguente alla decisione di fare dell'Europa il primo continente "climaticamente neutro" entro il 2050), l'utopia del "tutto rinnovabili" ha interrotto gli investimenti nelle fonti energetiche più sicure e più a buon mercato. Da qui, in rapida successione, i prezzi dell'energia alle stelle, la guerra in Ucraina e l'impoverimento degli italiani.

La volontaria sospensione dell'incredulità di fronte al delirio delle "rinnovabili salvifiche" da parte di quegli stessi soggetti istituzionali che hanno taciuto di fronte alla follia del superbonus non impedirà di fare, anche in questo caso, i conti con la realtà. Conti, aggiungiamo noi, ben peggiori di quelli del superbonus.

Non sarà mai troppo tardi per fermarsi. Le ciclopiche pale eoliche, destinate ad essere abbandonate quando si guasteranno dopo l'inevitabile interruzione dei sussidi, rimarranno ferme in cima ai crinali dell'Appennino ad eterna testimonianza, per le generazioni future, che il sonno della ragione genera mostri.

Mostri alti ormai oltre i duecento metri.

 

Alberto Cuppini