La clamorosa ingoranza dei governanti sulle regole della sicurezza eneregetica

 

Sapelli: "Come siamo potuti arrivare alle Conferenze sul cambiamento climatico in modo così sprovveduto?"

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

Chiariamo fin dall'inizio come stanno le cose. L'autore dell'articolo da noi selezionato oggi, l'economista Giulio Sapelli, non è il professore matto. Dopo le elezioni politiche del 2018, Sapelli è stato per un giorno il presidente del Consiglio in pectore del nuovo governo giallo-verde (Lega-Cinquestelle), prima dell'improvvisa e tuttora inspiegabile apparizione dello sconosciuto Giuseppe Conte.

Ci è stato segnalato con notevole ritardo questo suo articolo "La clamorosa ignoranza dei governanti sulle regole della sicurezza energetica" tratto da Investire del primo marzo. Purtroppo sarà difficile per gli interessati recuperare il giornale. Ne riportiamo qualche passaggio rammaricandoci che i nostri lettori non possano godere del testo integrale. Ma anche così si capisce che il professor Sapelli le cose non le manda certo a dire. I grassetti sono nostri: 

"Il problema più inquietante per un intellettuale che si occupi di questi temi... è capire come sia stato possibile che i Grandi del mondo siano giunti a pensare di prescindere dai combustibili fossili, e di farlo anche a tappe forzate. La verità è che prima che si compia la transizione energetica ci vorranno forse cento anni.

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Di fronte all'enormità della distrazione dei governi rispetto a queste evidenze c'è chi dice - da complottista - che ad imporla sia stata la lobby delle grandi banche d'affari che hanno inventato i fondi sostenibili, la finanza verde ed hanno promosso uno story-telling mondiale per sostenere la loro nuova creazione. Io non concordo, è una lettura semplicistica. In realtà il mondo è governato da personaggi - la von der Leyen, lo stesso Draghi - che devono essersi sentiti dei maghi ed hanno creduto per anni alle loro magie. E' l'unica spiegazione nel sentirli parlare di cose che chiaramente non sanno.

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Il fanatismo ideologico dei Cinquestelle e dell'ambientalismo trasversale e ignorante ha prodotto gravissimi danni.

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Davvero: siamo al dilagare dell'ignoranza. Come siamo potuti arrivare alle Conferenze sul cambiamento climatico in modo così sprovveduto? Io credo che esista un grandissimo problema culturale... I vari von der Leyen e anche Draghi mi ricordano Nerone che suonava la cetra durante l'incendio di Roma.

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Un ecologismo serio esiste, perché ha prevalso quello incompetente? Le alternative praticabili esistono, ma non sono state seguite."

 

Solo un paio di osservazioni a margine, anche perchè il professor Sapelli dice cose che noi della Rete della Resistenza sui Crinali stiamo ripetendo da anni.

Prima osservazione. Premesso che siamo d'accordo che il problema principale sia l'ignoranza, veicolata dalle nostre élite fellone persino nelle scuole, non dobbiamo neppure negare il lavoro di alcune potentissime lobby della "finanza verde", peraltro perfettamente coincidente con le finanze di tutti gli altri colori. Nella sola Italia negli ultimi anni la lobby dei "rinnovabilisti" è stata foraggiata da dodici miliardi annui di "incentivi" all'energia elettrica da Fer nascosti nelle bollette (per non parlare delle decine di miliardi scialacquati, ma che qualcuno ha intascato, per i servizi ad essa ancillari). Le briciole cadute da questa gigantesca torta di complessivi 230 miliardi sono serviti da lubrificante ed hanno impedito che si alzassero gli antemurali istituzionali che avrebbero dovuto contrastare questa follia, dei cui effetti gli italiani si stanno rendendo conto solo ora. Questa alluvione di rendite parassitarie ha contribuito in modo decisivo alla diffusione dello "story-telling" mondiale che è culminato con la colossale, grottesca "Operazione Piccola Greta".

Seconda osservazione. L'ambientalismo "delle incompetenze" è quello che sulla stampa e sui media italiani è stato e tuttora viene descritto come ambientalismo tout court. Mettiamo pure in conto che la Trimurti delle pale eoliche a tutti i costi goda, nel trattamento di esclusiva ricevuto dai mass media italiani, dei comprensibili vantaggi derivanti dalla sottoscrizione dei "protocolli" con l'Anev.

Non possiamo tuttavia fare a meno di rilevare che "l'ecologismo serio", di cui Sapelli riconosce l'esistenza, in questi anni si è rivelato troppo timido e succube alle tesi dei "rinnovabilisti". Dopo l'operazione "Piccola Greta" persino alcune di queste organizzazioni, che avrebbero dovuto tenere alta la fiaccola della razionalità e delle conquiste post-unitarie nel campo della tutela ambientale e paesaggistica, hanno perso la trebisonda e si sono accodate all'isteria di massa delle rinnovabili salvifiche. Ora ne stanno amaramente pagando, sui territori, le serie conseguenze, derivanti dalle "semplificazioni" pretese da Legambiente & Soci, con sterminate distese di pannelli e pale conficcate da tutte le parti senza più alcun controllo.

Un ritorno alla razionalità e ad una serie di valutazioni oggettive sulla inutilità (se non al danno) delle rinnovabili non programmabili (imposte dalle COP ONU controllate dai lobbysti e fatte proprie dalla sola Commissione UE per compiacere il governo tedesco), di fronte al disastro della crisi energetica in atto e - insieme - dell'esplosione delle emissioni globali clima-alteranti lo scorso anno, sarebbe quanto meno auspicabile. Se non altro per evitare che tutto il movimento ambientalista italiano venga squalificato dall'opinione pubblica ed i barbari delle "semplificazioni" pretendano ed ottengano illimitato dominio su tutto. E' ormai tempo di mettere in dubbio l'utilità delle conferenze ONU sul cambiamento climatico. Così non si va da nessuna parte se non nel burrone. Il problema va affrontato in tutt'altri ambiti e con tutt'altri strumenti. Come riconosce anche Sapelli nell'articolo: "Le alternative praticabili esistono ma non sono state seguite".