La ricetta della Lega per la transizione: biocarburanti e Fer programmabili

 

 

Perentorio il responsabile energia della Lega: la transizione ecologica non deve essere condotta “con l'ideologismo ambientalista, con il ‘gretinismo', ma in modo graduale".

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

"La transizione ecologica non deve essere condotta “con l'ideologismo ambientalista, con il ‘gretinismo', ma in modo graduale secondo un approccio pragmatico, condiviso da tutti i paesi”. Lo ha affermato il senatore e responsabile energia della Lega Paolo Arrigoni – ricordando che “l'Europa produce solo il 9% della CO2” emessa a livello globale – nel suo intervento di sintesi delle posizioni leghiste in materia di energia."

 

Questo l'esordio dell'articolo della Staffetta Quotidiana "La ricetta della Lega per la transizione: biocarburanti e Fer programmabili", dove il modo in cui le cose sono dette (che manifesta tutta l'esasperazione accumulata da una parte crescente della popolazione verso politiche europee che "non hanno funzionato perchè viziate da un'impostazione ideologica che ha trascurato competitività e sicurezza energetica") appare persino più importante della sostanza. Così la Staffetta (i grassetti sono nostri) nella relazione dell'incontro organizzato dalla Lega a Roma dal titolo "E' l'Italia che vogliamo", a cui hanno partecipato - tra gli altri - i ministri Cingolani e Giorgetti e gli amministratori delegati di Eni, Enel e Terna:

 

"La transizione ecologica, ha proseguito Arrigoni, va implementata “perseguendo non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella economica e sociale e, soprattutto, assicurando il principio della neutralità tecnologica”. “Noi non condividiamo la proposta che viene dall'Europa che vorrebbe dal 2035 il bando all'auto a combustione interna”, ha continuato Arrigoni, ribadendo la necessità di usare la metodologia del ciclo di vita per misurare le emissioni dei veicoli e di sostenere la produzione di biocarburanti e carburanti sintetici. Sulle rinnovabili, il senatore ha affermato che “da sole non bastano”, specificando che “soprattutto non può bastare lo sviluppo, che fa la parte del leone, di fotovoltaico ed eolico, perché queste non sono programmabili”. A tal proposito, Arrigoni ha citato l'urgenza di sviluppare tecnologie di accumulo che non prevedano l'uso del litio, “altrimenti ci legheremo ancora di più, mani e piedi, alla Cina”. “E poi bisogna sviluppare fonti rinnovabili come bioenergie, geotermico, idroelettrico.”

 

Dalla relazione dello stesso evento realizzata dal Quotidiano Energia nell'articolo "Lega: “Transizione ecologica senza ideologismo  riportiamo le parole del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, anch'egli della Lega:

"Non si possono fare dibattiti solo ideologici come quelli alla base di Fit for 55, bisogna partire dalla realtà, Paesi manifatturieri come l'Italia non possono fare scelte basate solo sulla sostenibilità ambientale".

 

Per la prima volta in Italia un partito politico esprime idee così trancianti contro l'isteria collettiva che si è impadronita della politica energetica europea. Una vera e propria inversione ad U. E' probabile che la Lega esprima l'angoscia contingente per i livelli insostenibili raggiunti dai costi energetici accumulata dall'imprenditoria padana (padroni e operai), ed in particolare quella esportatrice sottoposta alla concorrenza globalizzata, che ha permesso all'Italia di sopravvivere negli ultimi anni nonostante le inefficienze statali e lo spaventoso debito pubblico accumulato a fini assistenzialistici.

Ci piace però pensare che, come già comincia ad accadere anche in Fratelli d'Italia, si sia diffusa la consapevolezza dei danni della subalternità culturale ai tic intellettuali della "Sinistra", fin qui accolti acriticamente per rendersi accettabili proprio a quelle stesse élite fellone che, invece, andrebbero sostituite. Se non ci si sottrae alle pastoie del Pensiero Unico globalista (del quale l'illusione di avere energia non inquinante a costo zero per tutti è presupposto fondamentale), che trova in Italia la sua più ortodossa espressione nel Partito Democratico, non sarà possibile formulare nessuna proposta politica alternativa.

Ci auguriamo che anche tra i partiti della Sinistra affiori il dubbio che, certo, i diritti dei transessuali, degli orsi bianchi e degli immigrati clandestini sono importanti, ma i lavoratori italiani, dopo 40 anni di impoverimento prima relativo e poi assoluto (ed in via di drammatica accelerazione negli ultimi due anni), andrebbero privilegiati, se non altro per evitare che si diffonda tra loro l'idea dell'uomo forte in grado di riparare i danni provocati dalla democrazia.

 

Alberto Cuppini