Tabarelli: Opportuno varare il Pnrr di guerra però vanno superati i veti dei verdi

 

 

Tabarelli (Nomisma): "E' evidente che se RepowerEu darà la possibilità di investire i soldi del Pnrr in infrastrutture per il gas sarà un passo indietro rispetto al pacchetto "Fit for 55" e un passo avanti per risolvere questa crisi."

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

"Vedo molta confusione... Fino a qualche mese fa si parlava di escludere il gas dalla tassonomia europea per non incentivarlo, adesso ci accorgiamo che ne abbiamo ancora assolutamente bisogno."

 

Oggi proponiamo come articolo del giorno l'intervista a Davide Tabarelli pubblicata dal Messaggero a sigla A. Bas. Ecco il passaggio più interessante:

 

"Ci sono molte contraddizioni. Il Parlamento europeo è dominato dai Verdi. (Questo comporta) per esempio che non si può discutere di carbone e nemmeno di ritardare la chiusura delle centrali nucleari tedesche delle quali ci sarebbe assolutamente bisogno. Comunque sia è evidente che se RepowerEu darà la possibilità di investire i soldi del Pnrr in infrastrutture per il gas sarà un passo indietro rispetto al pacchetto "Fit for 55" e un passo avanti per risolvere questa crisi."

 

Aggiungiamo al suo ragionamento una cosa che Tabarelli pensa ma che non ha (ancora) osato dire:

"Comunque sia è evidente che se RepowerEu darà la possibilità di investire i soldi del Pnrr in infrastrutture per il gas sarà un passo indietro rispetto al pacchetto "Fit for 55" e un passo avanti per risolvere questa crisi, che è stata innescata proprio dal pacchetto "Fit for 55".

Finchè non si riconosce che la politica europea di "decarbonizzazione" accelerata è un'autentica follia, si rischia di menare il can per l'aia, passando da una crisi all'altra, fin quando le popolazioni europee impoverite insorgeranno esasperate, di fronte ai disastri provocati dalle scelte drammaticamente sbagliate ed autolesionistiche di politici e tecnocrati che ormai si sono spinti troppo avanti per ammettere i loro errori.

Allo stesso modo Tabarelli, esaminando nell'intervista gli altri "punti preoccupanti", non riconosce neppure che, come in tutti i casi di economia pianificata in modo radicale e pervasivo come quella imposta dalla Ue per la "decarbonizzazione integrale" già nel 2050 (e soprattutto adesso che ci si trova - di fatto - in un'economia di guerra), sarebbe assolutamente necessario nazionalizzare tutto il sistema energetico italiano. Qualcuno obietterà che non si può fare perchè sarebbe contrario ai principi fondanti dell'Unione. Esatto. Ma tutta la politica pretesa da Bruxelles di "decarbonizzare" attraverso l'incentivazione delle fonti "rinnovabili" è stata contraria ai principi fondanti dell'Unione. Ed anche ai principi fondanti del buon senso.

  

Alberto Cuppini