Tabarelli: senza gas russo case fredde e aziende chiuse.

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

Gli italiani stanno prendendo in queste settimane consapevolezza del drammaticissimo problema della sicurezza e dei costi energetici, dopo almeno una dozzina d'anni in cui giornali e televisioni, per ignobili interessi di bottega, hanno fatto scendere il velo di Maya delle rinnovabili salvifiche preteso dagli speculatori dell'eolico e del fotovoltaico.

Tra gli innumerevoli articoli pubblicati oggi sull'argomento, la stragrande maggioranza dei quali dimostra che si continua a fingere di ignorare le cause del problema, la scelta di quello da proporre ai resistenti sui crinali dell'Appennino tosco emiliano-romagnolo è facile. Lo troveranno sul Resto del Carlino gli emiliano-romagnoli e sulla Nazione i toscani. Il professor Davide Tabarelli di Nomisma Energia mette una pietra tombale, senza più giri di parole, sulle troppo facili illusioni delle rinnovabili come alternativa realistica per sostituire le fonti tradizionali.

Non ci sarebbe neppure necessità di citare qualche passaggio dell'intervista di Antonio Del Prete del Quotidiano Nazionale a Tabarelli, perchè sarebbero sufficienti titolo e sottotitolo. E' però nostro dovere riportare il senso di angosciosa urgenza nelle parole di Tabarelli, che è il solo economista italiano dell'energia ad avere avuto il coraggio, faticosamente e passettino dopo passettino, di denunciare "il sogno" delle rinnovabili. Siamo imbarazzati a dover amplificare quotidianamente, tra i tanti responsabili che dovrebbero recitare il mea culpa, solo la sua voce. Dall'intervista di Del Prete:

 

"Mi viene da piangere". Stavolta l’analisi dello studioso è meno distaccata del solito...

Professor Tabarelli, il governo conta di rendere l'Italia indipendente dal gas russo in 24-30 mesi. Non è un traguardo alla portata?

"No, non lo è..."

Come fa, quindi, il ministro Cingolani a fissare questo obiettivo?

"Me lo chiedo anch'io." 

Le rinnovabili sono un'alternativa realistica?

"Le rincorriamo da più di un secolo... comunque, non sono la soluzione, non producono energia stoccabile... Probabilmente noi esperti non siamo stati sufficientemente chiari (Questo è il solo punto in cui non siamo affatto d'accordo: gli esperti, che dovevano insorgere contro questa follia di far funzionare l'Italia solo con eolico e fotovoltaico, l'hanno assecondata trascurando volontariamente di mettere in guardia dalle conseguenze negative, come appunto l'inevitabile abbandono dell'upstream delle fonti fossili. Cerchiamo di non fuggire dalle responsabilità. Ndr.) quando parlavamo di un'Italia troppo dipendente dal gas estero. La gente non vuole sentire parlare di gas, piacciono soltanto i pannelli fotovoltaici... adesso ne paghiamo le conseguenze".

 

A dimostrazione dell'ambiguità della stampa italiana, denunciamo che la pagina successiva del Quotidiano Nazionale è dedicata all'articolo "Il governo rimuova i paletti alle rinnovabili" così sottotitolato: "Il presidente di Elettricità Futura: il 50% dei progetti si ferma per la burocrazia. Serve l'ok a impianti per 60 gigawatt entro giugno". Ossia: entro giugno nuovo potenziale eolico e FV aggiuntivo per 60 GW, equivalente al massimo storico dell'elettricità richiesta dall'Italia... Tutta roba che il prossimo inverno non servirà a niente, salvo far rimanere al buio e al freddo gli italiani sempre più impoveriti da tutti questi continui costi addizionali.

Vedremo per quanto tempo ancora la stampa nazionale, per favorire la speculazione delle rinnovabili che sta regalando ad Elettricità Futura e compagnia bella profitti megagalattici a spese di tutti gli altri italiani, riuscirà ancora a mantenere invariati i prezzi dei quotidiani - che già ora comperano pochi aficionados - con i costi della carta alle stelle per l'aumento del costo dell'energia.

Aggiungiamo per inciso che oggi Tabarelli ha pubblicato un altro articolo, di nuovo sul Quotidiano del Sud, che meriterebbe la nostra edicola se non ci fosse stata questa intervista, molto più efficace perchè il professore si è lasciato andare parlando a ruota libera. Segnaliamo solo che nel suo articolo Tabarelli conclude che:

"... i prezzi dell'elettricità dovranno essere più bassi, con valori verso i 100 euro per megawattora (ieri il PUN era a 600. Ndr), magari togliendo, per il periodo dell'economia di guerra, anche i costi della CO2, che contano per un 30 euro in questo periodo."

La sospensione del sistema ETS è quello che noi della Rete stiamo invocando da mesi, ovvero da quando è decollato il prezzo dell'energia elettrica innescato dalla decisione Ue di fare dell'Europa "il primo continente climaticamente neutro", che ha fornito a Putin (e tuttora fornisce in misura sempre crescente) l'enorme quantità di valuta pregiata per fare la guerra. Un'autentica manna dal cielo, dove vivono gli angioletti Greta e Ursula: roba da indurre Putin a fare la guerra per l'eternità.

I prossimi passi, inevitabilmente consequenziali in questo percorso di resipiscenza di Tabarelli (e si spera prima o poi anche dei suoi colleghi, se non altro per non perdere entro breve i begli stipendioni universitari che un'Italia immiserita non potrà più garantire), saranno la richiesta di dimissioni della commissione Von der Leyen e la nazionalizzazione del sistema energetico nazionale.