Il Presidente Trump sbeffeggia l'energia eolica

L'affermazione politica di un Trump (o più modestamente di un Bolsonaro o di un altro Attila dell'ambiente) è ciò che ci dobbiamo attendere entro breve anche in Italia, se a Roma si continuerà ad insistere sulla balzana idea di far funzionare quella che fino a non molti anni fa è stata la quarta potenza industriale del mondo con pale eoliche e pannelli fotovoltaici, mentre la maggioranza dei suoi cittadini sta scivolando sempre più rapidamente verso una irreversibile povertà.

 

Il 2 marzo il Presidente americano Donald Trump è intervenuto a National Harbor nel Maryland all'annuale CPAC (la Conferenza dell'Azione Politica Conservatrice americana). Nell'occasione, ben conscio di giocare in casa, Trump ha parlato a braccio per due ore, godendosi l'adulazione di tutti i presenti. In particolare, Trump non si è lasciato sfuggire la ghiotta opportunità di prendere di mira, senza alcuna misericordia, la proposta Democratica di affrontare di petto il cambiamento climatico con uno smisurato, costosissimo ed irrealistico "Green New Deal".

Trump (che - ricordiamolo per inciso - è l'uomo più potente del mondo) ha detto sarcasticamente: "Penso che il new green deal o come diavolo lo chiamano... Il Green New Deal, giusto? Lo incoraggio! Penso che sia davvero qualcosa che loro dovrebbero promuovere!"

Tra sghignazzi, acclamazioni, applausi e risate, Trump ha così concluso la sua sceneggiata, in tono sempre più derisorio (si veda la nostra breve clip):

“No planes... No energy... When the wind stops blowing, that’s the end of your electric. ‘Let’s hurry up! Darling! DARLING! Is the wind blowing today? I’d like to watch television, darling.’ It's true... it's true...”

Cioè:

"Niente aerei... Niente energia... Quando il vento smette di soffiare, è la fine della tua elettricità. 'Diamoci una mossa! Cara! CARA! Oggi il vento soffia? Vorrei guardare la televisione, cara.' E' vero... è vero..."

Il "Green New Deal" è un'idea della democratica statunitense Alexandria Ocasio Cortes, che è la personificazione di quanto gli elettori di Trump più detestano in politica, e che sintetizza in sè tutto il peggio della "politically correctness" sia di Obama che della Clinton.

Significativo il fatto che il "Green New Deal" abbia ottenuto un immediato successo anche da noi, nella nostra Sinistra ormai orfana del voto operaio, come testimoniato dall'articolo della Staffetta Quotidiana "Il Green New Deal sbarca in Italia, tra i firmatari Zingaretti e Pizzarotti".

Tra i firmatari italiani, come riporta la Staffetta, Nicola Zingaretti, in qualità di presidente della Regione Lazio, Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei, Maurizio Martina, deputato Pd, Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e presidente di Italia in Comune, Rossella Muroni, deputata LeU, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Chiara Braga, deputata Pd, Francesco Ferrante, vice presidente del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

I soliti noti, insomma, a parte la new entry del neo eletto segretario del PD Nicola Zingaretti, che sembra intenzionato a recuperare i voti lasciati lo scorso marzo al M5S (che appare ora in pieno disfacimento per manifesta incapacità, ben testimoniata dall'incomprensibile e ferale abbraccio all'Anev) appropriandosi della più sconclusionata retorica di Grillo in materia di rinnovabili. Se il buon giorno si vede dal mattino, uno Zingaretti in un futuro governo, in materia di supporto all'eolico e alle Fer elettriche non programmabili, potrebbe fare persino peggio dei suoi compagni di partito Renzi, Calenda e Gentiloni.

Non sappiamo più cosa pensare. Le cose si dissociano, come diceva il Poeta. E la pura anarchia si rovescia sul mondo... Magari la Ocasio Cortes è finanziata da Trump, che si vuole assicurare il secondo mandato. E l'esordio nella grande (...) politica di Zingaretti (non solo per il "Green New Deal" ma anche per le aperture indiscriminate ai "migranti") appare la realizzazione dei sogni più reconditi di Salvini.

Alberto Cuppini