La Meloni rispetterà lo stop della Sovrintendenza all'eolico a Verghereto o farà come Draghi a Villore ?

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina: la Sovrintendenza boccia l'impianto eolico "Badia del vento". Ma non dobbiamo cantar vittoria. Prima delle "semplificazioni" del governo Draghi il veto della Sovrintendenza sarebbe stato sufficiente a far rigettare il progetto. Ora non più: lo scorso anno, nell'analogo caso dell'impianto eolico al Giogo di Villore, il governo Draghi, per salvare il Pianeta, aveva ritenuto opportuno ignorare tale veto, dando ragione alla Regione Toscana contro la Sovrintendenza ed autorizzando quell'impianto. Ma la cosa per noi più importante è che, inaspettatamente, pochi mesi fa il governo Meloni (sempre per salvare il Pianeta, ovviamente) ha emulato il governo Draghi ed ha approvato l'impianto eolico di Orvieto. Proprio Giorgia Meloni osa dimenticare che, come da definizione di Benedetto Croce, "Il paesaggio è il volto amato della Patria"? Eppure pagine molto dolorose attendono a breve le forze politiche che hanno sposato l'ambientalismo dei deliri parareligiosi, colonizzato dal movimento della sinistra antisistema.

 

 

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina, che attualmente rappresenta l'area di massima crisi dell'invasione eolica nell'alto Appennino.

Ne renda testimonianza, ben oltre ai post pubblicati sul sito web della Rete della Resistenza sui Crinali, la mole di osservazioni pervenute alla Regione Toscana contro il solo progetto "Badia del vento".

Rimandiamo per la cronaca della bocciatura di quel progetto agli articoli di stampa, cominciando da quello di Alberto Merendi sul Corriere di Romagna del 22 agosto dal titolo "Verghereto, Badia del vento": parere negativo della Soprintendenza al parco eolico", dove si riporta che

"La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto ha espresso «parere negativo» alla realizzazione del parco eolico “Badia del vento”, in quanto «non compatibile col contesto di pregio dell’intera zona dell’alta Valtiberina così come riconosciuto dal Piano Paesaggistico della Regione Toscana»."

e proseguendo con quello di Andrea Cammarata su Il Resto del Carlino del 23 agosto intitolato "La Soprintendenza boccia gli impianti eolici", in cui si aggiunge un'altra fondamentale affermazione tratta dal parere della Sovrintendenza toscana:

"Il progetto è «sproporzionato rispetto al contesto paesaggistico»."

Ma oggi non vogliamo parlare di questo singolo caso di cronaca.

 

 

Prima delle "semplificazioni" del governo Draghi (rese accettabili dal delirio collettivo seguito all'apparizione epifanica della "Piccola Greta" ed al conseguente "European Green Deal" preteso e imposto dalla commissione Von der Leyen ed accolto entusiasticamente nell'ambientalismo italiano) il veto della Sovrintendenza sarebbe stato sufficiente a far rigettare il progetto. Ora non più. Ricordo che lo scorso anno, nell'analogo caso dell'impianto eolico al Giogo di Villore, il governo Draghi, per salvare il Pianeta, aveva ritenuto opportuno ignorare tale veto, dando ragione alla Regione Toscana contro la Sovrintendenza ed autorizzando quell'impianto.

Tengo a specificare che il termine "delirio" non è una mia iperbole, ma una definizione usata dal maggior storico vivente dell'energia, come lo qualifica il professor Alberto Clò sulla Rivista Energia nella sua "Recensione: “Come funziona davvero il mondo”, di Vaclav Smil".

Leggiamo da pagina 9 di questo ultimo libro del professor Smil:

"le fantasie promosse da una società in cui le notizie false sono cosa comune e realtà e finzione si sono mischiate al punto che menti ingenue, inclini ad abbracciare visioni parareligiose, credono a storie che in passato osservatori meno diplomatici non avrebbero esitato a definire quasi - se non veri e propri - deliri."

Sul deragliamento dell'ambientalismo italiano (ma anche di insospettabili organizzazioni di tutela paesaggistica) di fronte a tali "visioni parareligiose", può essere utile la lettura di questo articolo, scritto da un ambientalista di lungo corso come Sergio Gatteschi, apparso sull'ultimo numero dell'Astrolabio: "La svolta o il declino", dove leggiamo:

"La maggioranza è stata colonizzata dal tradizionale movimento di sinistra antisistema e ha preferito valorizzare l’estremismo verbale e posizioni che l'hanno allontanata dalle persone di buon senso. Invece di accompagnare la nostra società verso una crescita collettiva, l'ambientalismo organizzato si è auto isolato, senza riconoscere tutto ciò che di buono veniva realizzato, avversando in modo ideologico soluzioni tecniche e politiche efficaci per l'ambiente e l'economia per rivendicare costantemente un di più irraggiungibile... E qui arrivano, e arriveranno, pagine molto dolorose per l'ambientalismo e le forze politiche che l'hanno sposato nella sua versione peggiore."

Ma la cosa per noi più importante è che, inaspettatamente e gettandoci nell'angoscia, pochi mesi fa il governo Meloni (sempre per "salvare il Pianeta", ovviamente) ha emulato il governo Draghi ed ha approvato l'impianto eolico di Orvieto, il cui valore simbolico è (meglio: dovrebbe essere) ben presente nella coscienza di tutti gli italiani. Leggiamo dall'articolo "La spallata", scritto per l'Astrolabio dalla presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi:

"Pensavamo che il progetto non superasse neanche l’iter in Commissione VIA e, invece, evidentemente, per motivi che non conosciamo, perché i pareri dei due ministeri ambiente e cultura, non sono stati pubblicati sul sito (in violazione di legge), il progetto è finito in Consiglio dei Ministri che ha dato un giudizio di compatibilità superando il dissenso tra il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Ambiente!"

Proprio Giorgia Meloni osa dimenticare che, come da definizione di Benedetto Croce, "Il paesaggio è il volto amato della Patria"? Dimentica pure che cosa ha scritto a quello stesso proposito il da lei tante volte citato (ma evidentemente letto con scarsa attenzione) Roger Scruton?

Segnaliamo alla Meloni che cosa scriveva nell'articolo sulla Verità del 21 agosto "La norma generale e i ministri mainstream" a proposito di questi cedimenti al politicamente corretto (come la puerile illusione di risolvere tutti i problemi dell'umanità con pale eoliche e pannelli fotovoltaici conficcati da tutte le parti) un pensatore a lei certo non estraneo come Marcello Veneziani:

"Serpeggia in molti ministri... l’ego-ansia di essere al passo della gogna mediatica, di compiacere i “pregiudizi” discesi dalla “cappa” e non dal sentire comune e dalla tradizione, e di adeguarsi ai codici imposti dalla sinistra ideologica, mediatica e giudiziaria in tema di ambiente, storia, educazione, migranti, sessi. Frasi compiacenti, inchini melliflui, mimiche fino al pianto, ora persino decisioni prone al mainstream. Ponetevi però una domanda: per quanto tempo e fino a quando la gente che vi ha mandato al governo sarà disposta ad accettare questo vostro “astuto” conformarvi al politically correct che fino a ieri avete criticato? ... Ricordatevi che il ciclo del consenso si è già accorciato di suo, voi così lo accelerate, svendete il consenso ricevuto per ricevere l’assenso del mainstream, che mai avrete in pieno."

A proposito di pagine molto dolorose per le forze politiche che hanno sposato l'ambientalismo nella sua versione peggiore e di ciclo del consenso accorciato, avete letto che cosa pensa degli ambientalisti il sofisticato generale Vannacci nel suo libro "Il mondo al contrario", oggetto di un linciaggio mediatico da parte del mainstream che ne ha moltiplicato le vendite (e il consenso) a dismisura?

 

Alberto Cuppini