La Staffetta: "Se le contestazioni locali portano più voti di Legambiente"

"Rosa Filippini ha sottolineato l'assenza agli Stati generali dei politici nazionali, contrapposta ai numerosi interventi dei politici locali. Tuttavia, la presenza di questi politici locali delle “aree interne”, e ancora di più delle comunità che rappresentano, dev'essere ben presente nella mente delle segreterie nazionali che si preparano alle elezioni europee."

 

Abbiamo fatto i complimenti agli organizzatori della manifestazione degli Stati Generali contro l'eolico e il fotovoltaico a terra, per il successo ottenuto grazie al ciclopico lavoro da loro svolto. Adesso un complimento lo dobbiamo fare pure alla Staffetta Quotidiana, e non solo per l'efficienza dimostrata (la sera stessa la relazione degli interventi era già in home page sul sito web della Staffetta) ma anche per la capacità di analisi dimostrata dal cronista (e pure di sintesi: avevano preso la parola una quarantina di relatori!).

Invitiamo perciò chi non lo avesse già letto a recuperare dal sito web della Staffetta Quotidiana l'articolo siglato S.P. dal titolo "Se le contestazioni locali portano più voti di Legambiente", di cui riportiamo due brevi passaggi, a vantaggio di chi non è abbonato (ma molti dovrebbero) alla Staffetta:

“Ci consola che Elly Schlein abbia detto - sottovoce, da una grotta a Nuoro, ignorata da tutti i giornali - che è ora di mettere fine alla speculazione di eolico e fotovoltaico”, ha detto in apertura del convegno il consigliere di Italia Nostra, Oreste Rutigliano. Anche la fondatrice di Amici della Terra, Rosa Filippini, ha detto di aver apprezzato le recenti posizioni della segretaria del PD, “che pure in passato aveva espresso idee diverse”.

Il tempismo degli Stati generali è particolarmente azzeccato anche perché precede di pochi giorni la data delle elezioni europee, che coincide con il voto per i sindaci di diversi comuni. Il convegno ha quindi offerto uno spaccato delle “aree interne” che si preparano a questo doppio appuntamento elettorale. Questa “Italia minore” è, infatti, quella dove si concentrano i grandi impianti eolici e fotovoltaici. Impianti spesso avversati dalle comunità locali.

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Amministratori locali venuti oggi a Roma per esprimere la loro contrarietà all'”assalto” degli impianti eolici e fotovoltaici nei loro territori. Amministratori e attivisti di lungo corso che non hanno problemi a denunciare l'assenza, in questa battaglia contro le rinnovabili, delle storiche sigle dell'ambientalismo italiano, a partire da Legambiente “che organizza i tour per vedere la bellezza dei parchi eolici: un'assurdità.

Rosa Filippini ha sottolineato l'assenza agli Stati generali dei politici nazionali, contrapposta ai numerosi interventi dei politici locali. Tuttavia, la presenza di questi politici locali delle “aree interne”, e ancora di più delle comunità che rappresentano, dev'essere ben presente nella mente delle segreterie nazionali che si preparano alle elezioni europee."

 

Due parole a proposito del perchè anche le associazioni ambientaliste nostre amiche dovrebbero abbonarsi alla Staffetta Quotidiana.

Già era stato fatto rilevare di recente come "una testata giornalistica con un punto di vista molto diverso dal nostro – e, tuttavia, con una redazione connotata da onestà intellettuale – giunga a porre le stesse questioni".

Già la Staffetta era stato il solo quotidiano italiano a riprendere il lancio dell'ANSA sul recentissimo contrordine della Schlein a Nuoro "Assalto eolico non è transizione energetica".

Ed ora questa attenzione dedicata alla manifestazione romana di Coalizione articolo 9.

Posto che tutti questi articoli non faranno piacere a molti sponsor della Staffetta ed al Mainstream, si deve dedurre che qualcun altro, con un target di lettori ben diverso dal nostro, è arrivato alle nostre stesse conclusioni: non si può continuare, pena inenarrabili disastri, a perseverare con la follia rinnovabilista.

I segnali si stanno moltiplicando, non solo in campo giornalistico, e stanno diventando una prova che, contro la peste eolica, eravamo nel giusto ab ovo. Ora attendiamo anche il giudizio delle urne di tutt'Europa.

 

Alberto Cuppini