Opposizione ambientale e costi dell'inverno

 

 

Clò: "Pesanti responsabilità dell'AIE nell'aver contribuito a causare la peggiore crisi energetica da un mezzo secolo in qua". Tabarelli: "Ce n'è più che a sufficienza per chiedere le dimissioni del suo direttore Birol".

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini.

 

In un editoriale non firmato sulla Staffetta Quotidiana del 25 marzo scorso, intitolato "Un mese dopo l'invasione. ll nodo della sicurezza energetica",

leggevamo delle "imprudenze commesse in questi anni in tema di mancata diversificazione delle fonti e dei fornitori e di riduzione della produzione interna... Imprudenze che si sommano alla scarsa attenzione ai rischi geopolitici". Così concludeva l'editorialista (tutti i grassetti a seguire sono nostri):

 

"Una “distrazione di massa” facilitata da ultimo dall'eccesso di attenzione concentrata negli ultimi anni sulla lotta ad un'altra emergenza, quella climatica, e all'illusione di poterla risolvere facendo fuori rapidamente e facilmente le fonti fossili, sostituite dalle rinnovabili fatte in casa e non soggette apparentemente a rischi geopolitici. Con l'Aie che, venendo meno alla sua missione originaria, puntava, con il documento “Net Zero by 2050” presentato nel maggio scorso, a diventare una sorta di super consulente in tema di rispetto degli impegni climatici. Salvo tornare apparentemente sui suoi passi in occasione della riunione ministeriale conclusa a Parigi nei giorni scorsi. Con Fatih Birol che, arrampicandosi sugli specchi, ha un po' corretto il tiro sostenendo che “la risposta alla attuale crisi energetica si tradurrà in un'accelerazione della transizione verso l'energia rinnovabile”, salvo aggiungere “con il main drive della sicurezza energetica che supererà quello dell'abbattimento delle emissioni”. Riconoscendo, bontà sua, che le fonti fossili sono “ostinate”, difficili, ma non impossibili, da comprimere".

 

Già sul primo numero della Rivista Energia del 2022 anche il professor Alberto Clò aveva attaccato (e non era la prima volta) l'operato di Fatih Birol.

La Staffetta Quotidiana aveva presentato il nuovo numero della RE il 28 marzo con un lungo articolo dal titolo "Il futuro del settore tra pandemia, grande crisi e sogni di gloria", di cui proponiamo i passaggi che si riferiscono alle responsabilità dell'AIE:

 

"Prima di commentare gli eventi attuali, secondo Clô merita evidenziare come le dinamiche dei mercati siano state diverse da quel che riteneva il connubio Unione Europea - ecologismo radicale. Per capirlo, è opportuno risalire a metà del 2020, quando i prezzi del metano hanno preso a crescere da minimi storici a valori trenta volte superiori. Con Bruxelles che ha tentato di ridimensionare questo tsunami. Una reazione uguale a quella di Fatih Birol, direttore dell'Aie, quando all'esplodere della pandemia ammoniva gli Stati a non farsi «distrarre» dalle urgenze sanitarie puntando unicamente verso la transizione energetica. Oggi si è costretti a vivere alla giornata e con una grande volatilità dei prezzi.

La relazione tra transizione, elevati prezzi energetici e inflazione viene sancita anche da Isabel Schnabel, membro del board della Banca Centrale Europea... Un avviso condiviso dall'Oxford Institute for Energy Studies. A causa del crollo degli investimenti upstream nel gas naturale, inferiori addirittura al livello coerente con lo scenario del Net Zero Emissions elaborato dall'Agenzia di Parigi. Che sia la stessa Agenzia ad ammonire sui rischi di bassi livelli degli investimenti la dice lunga, rileva Clô, sulla gran confusione che regna a Parigi e sulle sue pesanti responsabilità nell'aver contribuito a causare la peggiore crisi energetica da un mezzo secolo in qua."

 

Il professor Davide Tabarelli sul Sole 24 Ore di giovedì scorso, nell'articolo, annunciato già in prima pagina, dal titolo "Opposizione ambientale e costi dell'inverno" ha chiuso il cerchio:

 

"Nixon, ad inizio 1974, poco dopo il primo shock petrolifero dell'ottobre 1973, volle l'International Energy Agency (IEA), il gruppo di Paesi consumatori, quelli OCSE, da contrapporre all'OPEC. In questi giorni il suo direttore Birol avvisa che l'inverno è a rischio razionamento, allarme tardivo, che stride con quanto per anni ha declamato circa l'urgenza e la facilità della transizione ecologica. Ce n'è più che a sufficienza per chiederne le dimissioni.

Purtroppo, l'incapacità di affrontare la crisi è evidente dalle statistiche dei primi 4 mesi del 2022 dell'Italia... E' un esempio del costo dell'opposizione ambientale che, nonostante lo shock, è ancora dominante grazie alla suggestione della transizione, la stessa declamata per anni dall'IEA che oggi, dopo quasi 50 anni, si ritrova con armi spuntate, un'impotenza simile a quella di Nixon".

 

Concordiamo con Tabarelli nella richiesta di dimissioni di Birol. Anzi: noi andiamo ben oltre, perchè, vista l'entità epocale del disastro provocato, un capro espiatorio non basta.

Invitiamo quindi il professor Tabarelli - che potrebbe farsi aiutare in questo compito dal professor Clò - a stilare un elenco di almeno una mezza dozzina di loro colleghi economisti rei di "avere declamato la suggestione della transizione" a cui addossare le più "pesanti responsabilità nell'aver contribuito a causare la peggiore crisi energetica da un mezzo secolo in qua" chiedendone per ciò stesso le dimissioni dalle Università italiane.

 

Alberto Cuppini