Patatrac Siemens-Gamesa: il business eolico è un suicidio anche per i produttori di pale

Rassegna stampa sul crollo in Borsa delle azioni Siemens-Energy di venerdì scorso. La transizione energetica non è neutrale per i prezzi, nemmeno per quelli delle rinnovabili. Dopo le difficoltà dovute all’esplosione dei costi dell’acciaio e di altri componenti necessari alla costruzione delle turbine, l’ultima cattiva notizia riguarda i consumi delle componenti più rapidi delle attese e che impongono costose riparazioni. Nonostante la realtà cominci a mostrare tutti i limiti del Green deal, in Italia permane la mistica della transizione e si continuano a predisporre nuovi "stimoli" e nuove corsie preferenziali per installare pale eoliche persino nei posti più inverosimili. Tutti i grassetti nei testi sono nostri.

 

Venerdì sera il post di Giuliana Licini sul sito web del Sole 24 Ore "A Francoforte tonfo di Siemens Energy, ritira guidance a causa di Gamesa" è arrivato come un fulmine a ciel sereno

"Siemens Energy -36,9% crolla alla Borsa di Francoforte, dopo avere ritirato le sue previsioni di utile per l'esercizio 2023 a causa dei persistenti problemi di qualità della filiale spagnola Gamesa, che produce turbine eoliche... In seguito al “consistente aumento dei guasti dei componenti delle turbine eoliche, il cda di Siemens Gamesa ha avviato un’ampia revisione tecnica sulla flotta installata e sulla progettazione dei prodotti”. L’attuale situazione “suggerisce che per raggiungere il livello di qualità desiderato su alcune piattaforme onshore, sono necessari costi significativamente più alti del previsto. Le misure di miglioramento della qualità e i costi associati sono sotto esame e probabilmente supereranno 1 miliardo di euro”... Siemens Energy precisa che sono in revisione anche alcuni dei presupposti dell’attuale business plan in quanto non si stanno materializzando gli aumenti di produttività previsti... i maggiori costi di riparazione avranno probabilmente “un impatto sulla liquidità per diversi anni"... Secondo gli analisti di Citi, il warning giunto dal gruppo “suggerisce il persistere di importanti sfide operative fondamentali a breve e medio termine, che non riguardano solo una manciata di contratti” e non è chiaro quale sarà il costo totale per risollevare Siemens Gamesa".

Il post del Sole seguiva una raffica di lanci della Reuters nel pomeriggio di venerdì:

"Siemens Energy elimina le prospettive di profitto mentre i problemi delle turbine eoliche si approfondiscono".

"La crisi di fiducia degli investitori attanaglia Siemens Energy dopo la svendita record".

"Siemens affronta la svalutazione della quota di Siemens Energy dopo la svendita di venerdì".

"Le azioni di Siemens Energy crollano mentre i problemi delle turbine eoliche si aggravano".

Riportiamo qualche passaggio da quest'ultimo lancio della Reuters:

"L'ultimo problema delle turbine Siemens ha danneggiato ulteriormente la fiducia in un'industria che ha affrontato sfide di grandi dimensioni negli anni recenti, coni produttori di turbine impegnati ad affrontare costi crescenti delle materie prime, come l'acciaio, e una feroce concorrenza. Venerdì le azioni dei produttori europei di turbine eoliche Nordex e Vestas sono cadute accompagnando quelle della Siemens Energy, non appena i suoi guai hanno sollevato preoccupazioni sui problemi comuni a tutto il settore. I governi di tutto il mondo stanno stabilendo obiettivi climatici sempre più ambiziosi che richiedono il rapido sviluppo delle rinnovabili, inclusa l'energia eolica, che potrebbero essere difficili da conseguire entro i tempi previsti... Un analista della JPMorgan ha detto: "Il profit warning non è stata una completa sorpresa, ma quello che ci ha davvero sorpreso è stata la sua magnitudine"... I problemi "erano stati spazzati sotto il tappeto"."

Sabato mattina il solito Paolo Annoni de Il Sussidiario è stato il primo sui quotidiani italiani ad essere sul pezzo con l'articolo "Scenario inflazione/ Dalla rivoluzione green alla denatalità, le scelte che ci regalano nuovi rialzi":

 

"La rivoluzione energetica, tanto più se imposta a tappe forzate, è inflattiva perché comporta la ricostruzione da zero dell’intero settore energetico. Le “nuove” tecnologie hanno bisogno di investimenti colossali in nuove miniere che producono i metalli necessari alla rivoluzione. Uno dei principali produttori europei di turbine eoliche, Siemens energy, ieri è crollata in borsa di oltre il 30%. Dopo le difficoltà dovute all’esplosione dei costi dell’acciaio e di altri componenti necessari alla costruzione delle turbine, l’ultima cattiva notizia riguarda i consumi delle componenti più rapidi delle attese e che impongono costose riparazioni. La transizione non è neutrale per i prezzi, né nel breve periodo, mentre ci si scontra con i problemi di un settore relativamente giovane, né nel lungo perché si deve ricostruire da capo quello che ci sarebbe già con le “vecchie” tecnologie... Il comune denominatore è la superficialità con cui si sono presentante le sfide al grande pubblico confuso tra quello che succede nel breve periodo e i costi di lungo termine. Pensiamo agli abbattimenti dei capi di bestiame in Olanda per “ridurre le emissioni” o ai divieti della pesca a strascico al largo delle coste italiane che non possono non avere un effetto sul costo del cibo. I costi energetici imposti dalla transizione con l’entrata in scena di fonti non programmabili è un altro esempio. Il grande assente, in ogni caso, è il buon senso."

Domenica mattina abbiamo potuto leggere su La Verità la splendida analisi (non dico niente di nuovo) delle implicazioni del disastro della Siemens Energy fatta da Sergio Giraldo nell'articolo, che meritava da solo il costo del quotidiano, "Nemmeno il pasticcio eolico frena Gentiloni, che insiste: solo il green fa bene all'Italia":

"la compagnia sta registrando un tasso di guasto molto superiore al previsto... Siemens Energy ha anche comunicato di avere avviato una revisione del business plan poiché l'atteso aumento della produttività non si è visto. Il settore eolico è uno di quelli più colpiti dall'aumento dei costi delle materie prime e allo stesso tempo soffre per la complessità delle catene di fornitura allungate... Inoltre, fare competizione sui prezzi è molto difficile, perché costi bassi significano bassa qualità. Quando si parla di investimenti così importanti è necessario che il costruttore fornisca garanzie sull'affidabilità di impianti che, al netto delle manutenzioni programmate, devono funzionare senza seri problemi per almeno vent'anni... Nonostante la realtà cominci a mostrare tutti i limiti del Green deal, come ha rilevato persino la Corte dei Conti europea, in Italia permane la mistica della transizione... "Fare una battaglia per fermarla e rallentarla va contro gli interessi del Paese", ha sottolineato Gentiloni riguardo alla transizione green. A quanto pare, per rallentarla non serve alcuna battaglia, poiché vi sta provvedendo la realtà. Questa infatti, al contrario dell'inesistente bolla verde immaginata dai commissari europei, è fatta di leggi fisiche,vincoli concreti, costi, tempi, atomi di materia. Continuare a ripetere che questa trasformazione non si può fermare senza dire mai quanto costerà davvero significa mentire ai cittadini."

I quotidiani italiani specializzati nell'energia hanno aspettato lunedì, ma alla fine non hanno potuto fingere di ignorare la catastrofe che ha irrimediabilmente svelato il colossale bluff eolico. Così la Staffetta Quotidiana, che nella home page del suo sito web reca costantemente il logo dell'Anev, nell'articolo "Eolico, Siemens Energy verso svalutazione da 1 mld":

"Siemens Energy giovedì sera aveva comunicato al mercato di aver azzerato le sue previsioni di profitto per il 2023 dopo che una revisione della sua divisione di turbine eoliche Siemens Gamesa ha rilevato problemi più profondi del previsto che interessano fino al 15-30% degli oltre 132 GW di turbine installate in tutto il mondo. Affrontare tali problemi potrebbe costare più di 1 miliardo di euro, ha affermato, spiegando che si tratta di riparare difetti nelle pale del rotore e nei cuscinetti che potrebbero causare danni che vanno da piccole crepe a guasti dei componenti con necessità di sostituzione."

Da notare, come al solito, che nessuno dei giornaloni italiani (anche questa volta vorrei essere smentito) ha dedicato un titolo ad una notizia così importante, tale da compromettere - essa sola - la percorribilità della politica energetica della "decarbonizzazione integrale" imposta dall'Unione Europea negli ultimi tre anni, ovvero dalla proclamazione del "Green new Deal" (che scimmiottava nel nome una proposta dell'estremismo "liberal" americano) fatta dalla presidente Von der Leyen sull'onda emotiva dell'apparizione epifanica della "Piccola Greta".

Al contrario della stampa mainstream italiana, i quotidiani internazionali ne hanno dato grande risalto.

Ieri sulla prima pagina dell'Handelsblatt campeggiava il titolo "Gamesa-choc per Siemens Energy".

Sabato sul Financial Times si poteva leggere, nell'articolo "Siemens Energy prospetta l'arrivo di un conto da un miliardo di euro a causa della battuta d'arresto nelle turbine eoliche" che

 "Gli analisti della JPMorgan hanno detto che l'avvertimento è arrivato proprio quando ci raccontavano che "stando alle attese il peggio per l'industria eolica è ora dietro di noi", ma hanno aggiunto che i problemi tecnici sono un guaio anche per altri".

Sempre sabato su Le Figaro si leggeva nell'articolo "Turbine eoliche difettose: la Siemens Energy precipita":

"Un'accurata revisione tecnica interna dei parchi eolici ha rivelato risultati "molto peggiori di quanto avrei ritenuto possibile", ha riconosciuto Jochen Eickholt, capo di Siemens Gamesa. I problemi del gruppo riguardano componenti difettosi, principalmente relativi ai cuscinetti e alle pale del rotore delle turbine su impianti a terra."

Peggio ancora, lo stesso giorno, il resoconto del Wall Street Journal nell'articolo di Carol Ryan "Le turbine eoliche difettose mettono a repentaglio l'energia pulita":

"Il ventaccio che soffia contro le pale eoliche è diventato più forte... I componenti delle turbine eoliche della Siemens Gamesa si deteriorano più rapidamente del previsto. La notizia non è un colpo solo per gli azionisti dell'azienda, ma per tutti gli investitori che scommettono su un rapido passaggio alle energie rinnovabili... Ma ci sono anche problemi con le sue turbine offshore, che non stanno raggiungendo gli obiettivi di produttività a causa di costi in ascesa per i materiali e ritardi di costruzione... Un rischio per gli investitori è che gli stessi difetti possano saltar fuori per altri produttori di turbine eoliche come risultato di catene di fornitura condivise. Un difetto fondamentale di design è una possibilità persino più preoccupante. I produttori sono stati sotto pressione per realizzare turbine eoliche più grandi e più potenti e potrebbero avere spinto la tecnologia oltre i suoi limiti... Il rischio per i maggiori produttori mondiali, che già prima stavano lottando per garantirsi un profitto, è che la promettente parte del loro business eolico relativa alla manutenzione si possa trasformare in un vento contrario. Per tutti gli altri, rappresenta un ulteriore ritardo nell'arrivo dell'energia pulita."

Il tracollo in Borsa della Siemens-Gamesa ha spiegato meglio di mille articoli perchè mai gli speculatori dell'eolico, nonostante l'esplosione dei prezzi dell'energia elettrica, stessero di nuovo spudoratamente bussando a denari per nuovi sussidi  ed ha confermato altresì la correttezza dell'analisi del professor Alberto Clò sugli insormontabili ostacoli delle "rinnovabili" non programmabili che si andavano concretizzando, sebbene a Bruxelles si preferisse chiudere gli occhi per non vederli.

Usque tandem Ursula?

 

Alberto Cuppini