Foto di Beatrice Orsini per la rivista IBC per la Regione Emilia-Romagna.
Una decina di anni fa, accompagnando un folto gruppo di escursionisti a percorrere il Sentiero degli Dei da Madonna dei Fornelli al passo della Futa, mi ero accordato per un incontro in itinere con Cesare Agostini.
Il motivo contingente di quell'escursione era l'illustrazione sul campo di uno scelleratissimo progetto eolico della AGSM Verona (che dimostra una inspiegabile determinazione, come sta avvenendo adesso al Giogo di Villore, a stuprare con i suoi eco-mostri proprio i crinali più belli dell'Appennino bolognese e fiorentino) poi respinto a furor di popolo.
Allora si sarebbero dovute installare, tra i boschi lungo i crinali del monte dei Cucchi, 24 pale eoliche alte ciascuna cento metri in uno degli angoli più suggestivi dell'Appennino bolognese, dove la costruzione più alta è il campanile del santuario della Madonna della neve, alto 33 metri.
L'impianto avrebbe affiancato e snaturato, come denunciato anche da Wu-Ming 2 nel suo libro omonimo, il celebre Sentiero degli Dei, un itinerario, senza pari al mondo, da Firenze a Bologna tra le campagne ed i boschi dell'Appennino, che l'anno scorso è stato percorso da dodicimila viandanti. Ma quest'anno, causa Covid, già sappiamo che il numero sarà destinato ad aumentare enormemente, donando un'imprevista (imprevista da troppi politici, che accettano di rinunciare per sempre alla possibilità di nuove e sostenibili opportunità economiche abbandonando i loro territori nelle grinfie delle cavallette dell'eolico) prospettiva di futuro ad un territorio in via di spopolamento.
Il Sentiero degli Dei vanta come maggiore attrazione l'improvvisa apparizione, in un bosco con alberi talmente alti e fitti da nascondere la luce del cielo anche d'estate, dei resti di una strada romana costruita oltre 22 secoli fa e poi abbandonata e dimenticata nei secoli successivi. Un unicum mondiale in uno scenario fiabesco.
L'uomo premoderno, preso da un timore reverenziale, avvertiva la presenza divina proprio dinanzi agli alberi di un antico bosco sacro, dove il viandante pronunciava la tradizionale formula Numen inest. In questo bosco abita un Dio, anche se quale non si sa. Oggi la stessa sbalordita reverenza la prova chi passa accanto ai basolati romani che emergono inaspettatamente sul Sentiero degli Dei. L'uomo premoderno sulle vette costruiva templi agli Dei. I suoi discendenti, che ignorano l'Hybris sacra e non si rendono conto che la stanno sfidando, in quegli stessi luoghi conficcano ciclopiche pale eoliche con manifesta volontà di sfregio.
Proprio Cesare Agostini, assieme all'amico Franco Santi, aveva individuato e riportata parzialmente alla luce l'antica strada con un lavoro ultra ventennale, raggiungendo l'obiettivo che entrambi si erano riproposti nonostante immani difficoltà e, cosa più incredibile, l'opposizione della parte più ottusa dell'accademismo bolognese, che non accettava di essersi fatta bagnare il naso da due parvenu.
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