Europa nave senza nocchiere in gran tempesta

Mercoledì scorso, mentre erano in corso gli incidenti lungo il confine greco-turco e mentre in Italia la gestione politica del contrasto al Coronavirus cominciava ad avvitarsi su se stessa in una spirale apparentemente senza fondo, la neo Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen non ha trovato niente di meglio da fare che umiliare le istituzioni comunitarie presentandosi euforica, prima davanti ai commissari Ue e poi davanti alla commissione Ambiente dell'Europarlamento, in compagnia della "Piccola Greta".

La foto qui sopra rimarrà nella Storia. Più ancora di quella di Chamberlain, di ritorno in Gran Bretagna dopo la firma del trattato di Monaco, che sventola in pubblico una copia del trattato e viene acclamato dai suoi compatrioti salvatore della pace.

La scelta di tempo della Von der Leyen è stata incredibilmente infelice. La scorsa settimana stavano accadendo almeno tre cose (e una sola di loro sarebbe bastata) in grado di mettere a repentaglio non solo l'esistenza stessa dell'Unione Europea (già prima in palese difficoltà) ma anche le fondamenta del mondo così come lo abbiamo conosciuto dopo il crollo del muro di Berlino.

Questi tre accadimenti rivelano una realtà sull'Europa - e sulla globalizzazione - finora tenuta nascosta dalla retorica buonista e dalla censura del "politicamente corretto".

1) L'aureo principio buonista, cardine di questa seconda globalizzazione imposta - come già la prima - dal grande capitale finanziario, dell'accoglienza indiscriminata dei "migranti" dall'Africa e dall'Asia è stato improvvisamente sostituito dal ricorso alle armi da fuoco da parte delle forze armate greche a difesa del territorio patrio, che rischia di essere travolto da enormi masse ormai fuori controllo. A margine si prospetta uno scontro armato tra due Paesi NATO: la Grecia e la Turchia, dove il Sultano Erdogan va all'incasso della quadriennale, inane politica estera e della sicurezza comune dell'ultima Lady Pesc, l'italiana Federica Mogherini (foto sotto).

 

2) Il Coronavirus (e soprattutto la paura della pandemia, resa possibile dagli spostamenti repentini di masse enormi di persone nel mondo globalizzato) dilaga in Europa. Nei Paesi europei sono stati presi provvedimenti di contenimento del virus (o della paura) senza precedenti nella storia. In Italia alcuni dei provvedimenti adottati fino a ieri sarebbero stati impensabili persino in tempo di guerra. Poi l'improvviso, incredibile sequestro della... Lombardia (!) e delle zone limitrofe nella notte tra il sabato e la domenica, che non sarebbe venuto in mente neppure ad uno Stalin in preda ai fumi della vodka.

3) Le Borse mondiali - tutte le Borse mondiali - la scorsa settimana hanno subito crolli senza pari nella storia, non solo in valori assoluti di capitalizzazione, ma anche in senso relativo. La cosa in sè, se non fosse stata così improvvisa, sarebbe potuto essere financo salutare, visti gli eccessi speculativi accumulati negli ultimi anni dopo tante "iniezioni di liquidità" da parte delle Banche Centrali di tutto il globo, realizzate proprio per evitare lo scoppio delle innumerevoli bolle finanziarie ormai diffuse in tutto il mondo. E soprattutto se non fosse che i valori azionari abnormi sono la sola garanzia del mantenimento dell'equilibrio finanziario globale ed in particolare di un indebitamento globale altrettanto abnorme.

In questa angosciosa temperie, la Von der Leyen non ha trovato niente di meglio da fare che umiliare le istituzioni comunitarie presentandosi euforica, prima davanti ai commissari Ue e poi davanti alla commissione Ambiente dell'Europarlamento, a presentare la sua sgangherata proposta di "neutralità climatica" in compagnia della "Piccola Greta", che l'ha ricompensata prendendo le istituzioni europee, che l'hanno applaudita in piedi, a calcioni negli stinchi come fanno - per l'appunto - le bambine pestifere.

L'altrimenti inspiegabile comportamento della Von der Leyen conferma che il contenimento dei cambiamenti climatici attraverso le politiche finora perseguite dall'Ue (con l'enfasi sulla produzione inutile se non dannosa delle rinnovabili elettriche non programmabili come eolico e fotovoltaico) è argomento (fasullo) indispensabile per proseguire il cammino della globalizzazione che, assieme alla sovrappopolazione, reclama sempre più energia da fonti fossili, in una catena senza fine di causa-effetto.

Siamo disgustati dall'improntitudine e dal cinismo della Von der Leyen e ci mancano le parole per definirlo. Per meglio dire: le parole le abbiamo ma non vogliamo dare l'impressione di essere i soli ad avere questo convincimento. Perciò questa volta ci limitiamo a fornire, oltre ad un piccolo album fotografico, qualche utile link agli articoli di critica ai nocchieri anzi: alle nocchiere europee, che stanno trasformando l'Europa, per riprendere la citazione dantesca del titolo, in un gran bordello.

Le fotografie, da sole, permetteranno alle future generazioni di europei (ammesso che gli europei in Europa ci saranno ancora...) di notare almeno un paio di stranezze. Qualcosa di simile, per quello che riguarda la nostra civiltà, si era potuto riscontrare solo agli inizi del terzo secolo dopo Cristo, nell'antica Roma, durante la dinastia dei Severi. Anche a quel tempo il potere venne esercitato da alcune donne incapaci di affrontare adeguatamente le minacce esterne all'Impero. Ambiziose donne di potere, anche allora nascoste dietro lo schermo di quello che il grande studioso dell'antichità Werner Hartke ha chiamato "Kinderkaiser".

 

Sappiamo che cosa accadde dopo: seguirono cinquant'anni di anarchia militare e la dissoluzione dell'Impero venne temporaneamente arrestata solo dall'avvento del più brutale (o più fortunato, o più capace...) di quei soldatacci: Diocleziano. Diocleziano, però, dovette trasformare l'Impero in uno Stato totalitario per molti aspetti simile all'Unione Sovietica. E infatti, oggi, è proprio il cesarismo, accettato dalle masse cosmopolite come male minore rispetto ad una globalizzazione fuori controllo, che incombe sull'Europa.  

Ecco dunque le indicazioni di stampa che vi invitiamo a leggere dal web (si sarà notato che non sono apparse critiche alla Von der Leyen sui giornaloni di Potere). Anzi: chi critica Greta muore, come di recente ha appreso a proprie spese persino l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell, costretto ad un umiliante Autodafè accettato da bravo spagnolo conscio dei rischi di rogo (mediatico), per avere blandamente criticato la profetessa (o la Papessa?) con un argomento, oltre tutto, scarsamente rilevante.

Cominciamo il nostro elenco di eretici impenitenti con Chicco Testa ed il suo "Ursula e Greta: una scena fuori luogo".

Sulle "improbabili rivoluzioni verdi che hanno la sfortuna di essere molto costose e, soprattutto, molto incerte", ecco Paolo Annoni con "Come con Lehman Brothers".

Sulla inadeguatezza della neo presidente della BCE Christine Lagarde (foto sotto) interviene Mauro Bottarelli con "Il silenzio della BCE mentre arriva la tempesta perfetta".

Da Leone Grotti "Il Green Deal dell'Ue riguarda più i soldi del clima".

Di Giulio Sapelli "L'ultimo treno per salvare Italia ed Europa dall'ideologia tedesca".

Di Umberto Minopoli "Il gretismo stanco".

Sulla sciagurata politica climatica del Governo tedesco - e della Merkel in particolare - un'impietosa analisi di Alberto Clò: "Berlino e carbone: dal chi inquina paga al chi inquina incassa".

E infine, per un'altra spietata analisi, questa volta sulle rinnovabili che "non sono una soluzione dell'oggi e nemmeno del domani", ecco di nuovo Paolo Annoni con "Eni e il boomerang delle rinnovabili per l'Italia".

 

Alberto Cuppini


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