Pochi giorni fa si è svolta la prima riunione della Conferenza dei Servizi che entro 90 giorni dovrà chiudere il procedimento autorizzativo per l’impianto eolico denominato Badia del Vento. L'impianto eolico troverebbe collocazione sul versante toscano del Monte Loggio, appena al di sotto del crinale che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna (Valmarecchia). Dopo tutte le bocciature dei precedenti progetti eolici in quella stessa zona a causa degli impatti non mitigabili, riviviamo per l'ennesima volta l'attacco a quello stesso crinale.

 

 

Piove qualche giorno in modo intenso e la montagna frana (maggio 2023). Un’operazione di carotaggio della società che dovrebbe provvedere al ripristino di strade, a seguito dei lavori per il metanodotto, fa esplodere una falda acquifera causando un cedimento del terreno con conseguente chiusura dell’edificio in cui hanno sede due delle poche attività della zona le quali danno lavoro ad almeno dieci famiglie (3 ottobre 2023 - Molino di Bascio).

La fragilità idrogeologica del nostro territorio è evidente. L’Appennino è un ecosistema delicato costituito da terra argillosa e da una estesa rete di falde acquifere rispetto a cui ogni evento o intervento straordinario costituisce una seria minaccia. La vegetazione è l’antico e primo garante indispensabile di un equilibrio davvero precario.

Pochi giorni fa si è svolta la prima riunione della Conferenza dei Servizi che entro 90 giorni dovrà chiudere il procedimento autorizzativo per l’impianto eolico denominato Badia del Vento che troverebbe collocazione sul versante toscano del Monte Loggio, appena al di sotto del crinale che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna (Valmarecchia).

Una buona notizia: il Tar della Toscana ha sospeso i lavori per l’installazione dell’impianto eolico Monte Giogo di Villore e Corella, sul crinale del Mugello, fissando il 19 dicembre per il giudizio di merito.

 

 

Il giorno 7 settembre il TAR Toscana ha trattato la nostra istanza, con la quale abbiamo chiesto la sospensione dei lavori di costruzione dell’impianto eolico Monte Giogo di Villore e Corella. Il presidente del TAR, riconoscendo che il ricorso affronta questioni di merito che necessitano di un esame completo, ha quindi fissato l’udienza per la trattazione del ricorso per il giorno 19 dicembre 2023.

Siamo davanti a un risultato importante perché dimostra come le questioni poste con il ricorso siano meritevoli di un approfondimento attento e come sia necessario mantenere inalterata la situazione dei luoghi sino a quella data.

Vedremo nei fatti se il gestore rispetterà le indicazioni emerse in udienza, attendendo l’esito definitivo del giudizio. Ciò eviterà non soltanto di distruggere ulteriormente i luoghi ma anche di avviare lavori che rischiano di non potere essere completati. Occorrerà vigilare affinché la sospensione sia rispettata e saremo pronti a rivolgerci di nuovo al TAR in caso di proseguimento e svolgimento di ulteriori interventi invasivi e rilevanti.

Alla luce di questa decisione sappiamo che il pericolo incombente sul crinale appenninico è solo un poco allontanato, non certo cancellato.

Anche in Tribunale abbiamo di fronte una controparte industriale (Agsm: ditta proponente) completamente affiancata dalla Regione Toscana, senza la minima sfumatura che distingua il soggetto pubblico da quello privato: e tutte e due, con il completo sostegno delle amministrazioni e dei sindaci di Dicomano e Vicchio, mostrano una determinazione accanita nel voler vincere questa partita che apre la via allo sfruttamento industriale della montagna e alla costruzione, come è stato tranquillamente affermato fin dall’inizio, di migliaia di impianti simili a quello che si vuole installare sul crinale del Mugello.

La decisione del collegio del TAR Toscana ha quindi di fatto, e per ora, fermato il tentativo delle due controparti affiancate e concordi nel negare fin dall’inizio validità al nostro ricorso, anche con argomenti cavillosi.

La decisione può anche significare che il collegio giudicante ha ricevuto a prima vista una impressione di non inammissibilità preventiva delle nostre argomentazioni di merito, che riguardano la difesa della natura e del paesaggio.

Questa battaglia che conduciamo in sede giudiziaria è solo una parte della lotta per la difesa del territorio e per una transizione energetica ed ecologica che non sia strumentalizzata da logiche solo di profitto e che rispetti il principio: prima di tutto non fare altri danni!

 

ITALIA NOSTRA e CAI Regione Toscana

  • Comitato Crinali Liberi
  • Dicomanocheverrà
  • Mugelloinmovimento
  • AttoPrimo
  • Rete Toscana per la Difesa del Verde Pubblico

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina: la Sovrintendenza boccia l'impianto eolico "Badia del vento". Ma non dobbiamo cantar vittoria. Prima delle "semplificazioni" del governo Draghi il veto della Sovrintendenza sarebbe stato sufficiente a far rigettare il progetto. Ora non più: lo scorso anno, nell'analogo caso dell'impianto eolico al Giogo di Villore, il governo Draghi, per salvare il Pianeta, aveva ritenuto opportuno ignorare tale veto, dando ragione alla Regione Toscana contro la Sovrintendenza ed autorizzando quell'impianto. Ma la cosa per noi più importante è che, inaspettatamente, pochi mesi fa il governo Meloni (sempre per salvare il Pianeta, ovviamente) ha emulato il governo Draghi ed ha approvato l'impianto eolico di Orvieto. Proprio Giorgia Meloni osa dimenticare che, come da definizione di Benedetto Croce, "Il paesaggio è il volto amato della Patria"? Eppure pagine molto dolorose attendono a breve le forze politiche che hanno sposato l'ambientalismo dei deliri parareligiosi, colonizzato dal movimento della sinistra antisistema.

 

 

Primo stop all'assalto eolico all'alta Valtiberina, che attualmente rappresenta l'area di massima crisi dell'invasione eolica nell'alto Appennino.

Ne renda testimonianza, ben oltre ai post pubblicati sul sito web della Rete della Resistenza sui Crinali, la mole di osservazioni pervenute alla Regione Toscana contro il solo progetto "Badia del vento".

Rimandiamo per la cronaca della bocciatura di quel progetto agli articoli di stampa, cominciando da quello di Alberto Merendi sul Corriere di Romagna del 22 agosto dal titolo "Verghereto, Badia del vento": parere negativo della Soprintendenza al parco eolico", dove si riporta che

"La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto ha espresso «parere negativo» alla realizzazione del parco eolico “Badia del vento”, in quanto «non compatibile col contesto di pregio dell’intera zona dell’alta Valtiberina così come riconosciuto dal Piano Paesaggistico della Regione Toscana»."

e proseguendo con quello di Andrea Cammarata su Il Resto del Carlino del 23 agosto intitolato "La Soprintendenza boccia gli impianti eolici", in cui si aggiunge un'altra fondamentale affermazione tratta dal parere della Sovrintendenza toscana:

"Il progetto è «sproporzionato rispetto al contesto paesaggistico»."

Ma oggi non vogliamo parlare di questo singolo caso di cronaca.

 

Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana hanno presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina.

 

 

Siamo al limite dell’assurdo.

Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro).

 

 

Una situazione inaccettabile, sotto numerosi punti di vista.

In primis poiché si tratta di un attacco al territorio meramente speculativo, che porterebbe interessi economici solo per pochissimi, ossia per le ditte proponenti e per alcuni proprietari terrieri nonché per il  Comune di Badia Tedalda, peraltro soltanto nel caso fossero effettivamente corrisposte delle misure compensative, di fatto eventuali poiché previste da un accordo siglato dal comune stesso con alcune ditte proponenti al di fuori della Conferenza dei Servizi.

A Poggio Tre Vescovi siamo intrappolati in un loop temporale, come nel film. Dopo tutte le bocciature dei precedenti progetti eolici a causa degli impatti non mitigabili, riviviamo per l'ennesima volta l'attacco a quello stesso crinale.

 

 

La Società BADIA TEDALDA EOLICO S.r.l. ha presentato istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “IMPIANTO EOLICO POGGIO TRE VESCOVI”, che prevede l’installazione di una centrale eolica industriale, costituita da 11 aerogeneratori di grande taglia, in Alta Valmarecchia, nel Comune toscano di Badia Tedalda (AR), a ridosso del confine con il Comune di Casteldelci (RN) e il Comune di Verghereto (FC), entrambi in Emilia Romagna.

Nell’area dell’Alta Valtiberina e della Valmarecchia (area appartenente allo storico Montefeltro), con al centro Badia Tedalda (AR), insistono diversi progetti eolici estremamente impattanti che, se fossero realizzati, porterebbero alla modifica irreversibile di questo territorio analogamente a certe aree del sud Italia e della Sardegna, violate e deturpate irrimediabilmente.

Infatti, alle undici pale di 180 m (come 11 grattacieli di 60 piani) del “Poggio Tre Vescovi” devono essere sommate le sette pale di pari altezza dell’impianto proposto dalla società FERA S.r.l denominato “Badia del Vento” che sarebbero issate senza soluzione di continuità nel crinale attiguo e che andrebbero a fondersi in un unico mega impianto eolico.

Il Comitato per la tutela del crinale mugellano Crinali Liberi (CTCM) ha redatto un appello per chiedere all'Assessore all'Ambiente e al Presidente della Regione Toscana, al Presidente della Regione Emilia-Romagna ed al Ministro dell'Ambiente il ritiro delle autorizzazioni e il blocco del proseguimento dei progetti di impianti eolici industriali sul crinale appenninico del Mugello e dell'Aretino. La richiesta di adesioni all'appello è urgentissima: il 1° giugno è arrivata agli enti interessati la SCILA di comunicazione di inizio lavori per il progetto di impianto eolico industriale Monte Giogo di Villore, che interesserà il territorio sul crinale dei Comuni di Vicchio e Dicomano (FI), presentato dalla AGSM Verona alla Regione Toscana.

 

 

Non è da oggi e nemmeno da pochi anni che combattiamo per avere le montagne e le colline libere da impianti eolici industriali, lottiamo contro i progetti che vedono come obiettivo da sacrificare gli Appennini, dal nord al sud Italia. Crediamo sia necessario prendersi cura del territorio dove viviamo, montano e collinare, dal nord al sud: per questo difendiamo gli Appennini. Difendere gli Appennini vuol dire prendersi cura della gran parte delle montagne e colline che costituiscono la colonna vertebrale del nostro bel Paese!

Le nostre ragioni sono le medesime dal nord al sud: difesa idrogeologica dei territori fragili a rischio frane e smottamenti; difesa della flora spontanea e della fauna selvatica, degli uccelli stanziali e quelli di passo, tutela dei boschi, dei prati e pascoli della montagna, tutela e valorizzazione della biodiversita’ vegetale e animale in Appennino; difesa delle popolazioni e delle aziende agricole che abitano e ricavano il proprio reddito sul territorio e in armonia con esso, prendendosene cura, senza metterne a rischio le risorse; tutela del paesaggio italiano. Questi sono i principi fondanti del movimento a cui tutti ci rifacciamo e sono anche i principi fortemente rappresentati e affermati nella Costituzione italiana, in quell’art. 9 di recente aggiornato e completato proprio al fine di rafforzare nei cittadini il senso di responsabilità verso l’ambiente in cui si vive. Non dovremmo avere bisogno di ricordarvelo. Dovreste essere Voi a ricordarlo a Noi.

Gli eventi atmosferici di maggio 2023 e a seguire la risposta dei territori dell’Alto Mugello e quelli dell’Emilia-Romagna che dall’Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo arrivano al mare Adriatico, non hanno fatto altro che confermare quanto fondati e indiscutibili siano i nostri timori e quanto cogenti ed urgenti siano i principi della Costituzione a cui ci riferiamo per garantire il futuro dei territori appenninici.

Dagli studi e dalle riflessioni che costituiscono e accompagnano le osservazioni inviate a più riprese da singoli cittadini e dalle Associazioni Ambientaliste e Culturali durante la Conferenza dei Servizi del PAUR - Progetto di impianto eolico industriale Monte Giogo di Villore, agli uffici della Regione Toscana preposti alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio (Ufficio V.I.A.), si evince come il territorio appenninico abbia caratteristiche geomorfologiche che lo rendono particolarmente fragile sia dal punto di vista idrogeologico che della stabilità dei versanti. Questo territorio, come l’evidenza dei disastri occorsi a seguito delle piogge torrenziali di maggio ha chiaramente dimostrato, è veramente inidoneo a sopportare elevati carichi di antropizzazione, cementificazione, disboscamento e stravolgimento degli assetti naturali delle pendenze, dei versanti, che anzi, andrebbero messi in sicurezza e non certo condotti a maggior rischio di frane e smottamenti, come succederà andando a realizzare ulteriori impianti industriali eolici sui suoi preziosi crinali.

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L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti