Premio Legambiente 2010: "Senigallia il comune italiano più virtuoso nel contenimento del rischio idrogeologico". Guida turistica ai parchi eolici Legambiente 2022: "Esempi virtuosi che dimostrano che l'eolico può essere fatto bene e integrarsi perfettamente nel paesaggio".

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

L'abbiamo sentito in televisione ma ci sembrava una balla colossale. Invece abbiamo ritrovato il lancio dell'ANSA del 19 settembre "Senigallia la città più virtuosa contro il dissesto" Premio della Protezione civile-Legambiente nel 2010.

"Un premio che suona come una beffa. O come "un paradosso" per dirla con le parole dell'avvocato Corrado Canafoglia, responsabile dell'ufficio legale dell'Unione nazionale consumatori: Senigallia, la città devastata dalle acque del Misa uscito dagli argini sui quali da oltre 30 anni si attendono i lavori per la messa in sicurezza, nel 2010 e nel 2011 "si è aggiudicata il premio di Legambiente e Protezione civile come il comune italiano più virtuoso nel contenimento del rischio idrogeologico". Poi però, aggiunge l'avvocato seduto nel suo studio che dà sul mare, sono arrivate le alluvioni del 2014 e quella disastrosa di giovedì scorso. Come è stato possibile questo riconoscimento? "Francamente ce lo chiediamo tutti - si interroga l'avvocato - immagino che sia stato assegnato sulla base dell'autocertificazione compilata dall'amministrazione comunale dell'epoca"."

 

Una superficialità davvero incredibile da parte di Legambiente, troppo spesso considerata dai giornali mainstream l'ipse dixit dell'ambientalismo italiano. Potete leggere tutta la storia sul sito dell'ANSA. Adesso ci aspettiamo, da parte di Legambiente, o una querela a questo avvocato (qualora fosse un mitomane), oppure, in caso contrario, delle scuse a Senigallia e agli italiani tutti.

Pochi mesi fa leggevamo nell'articolo su La Repubblica di Fiammetta Cuppellaro Parchi eolici: la guida turistica di Legambiente che Legambiente ha presentato la seconda edizione della sua Guida turistica dei Parchi eolici italiani, una iniziativa invero stravagante, senza pari al mondo ed offensiva nei confronti di chi deve sopportare sul proprio territorio il fardello di questi ecomostri. Abbiamo appreso che, nel corso della presentazione, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha affermato:

"Questa guida racchiude esempi virtuosi che dimostrano che l'eolico può essere fatto bene e integrarsi perfettamente nel paesaggio".

 

Solo Robespierre e i suoi amici giacobini amavano altrettanto l'uso della parola "virtuoso".

 

Alberto Cuppini

 

"Ormai chi osa criticare le rinnovabili è un negazionista che rallenta la transizione ecologica. Questo approccio "politicamente corretto" si sta diffondendo a macchia d'olio in Europa e anche il Italia". E dunque: negate l'evidenza del disastro e il 25 settembre votate pure per i rinnovabilisti. Poi: buona bolletta - e buon paesaggio - a tutti!

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Proponiamo l'incipit dell'articolo "L'illusione (pericolosa) delle rinnovabili" di Laura Della Pasqua su La Verità di oggi, che dedica uno speciale di due pagine intere con quattro articoli (se non si acquista La Verità si potranno consultare sul sito web del giornale) all'analisi del disastro dei costi dell'energia in corso sotto i nostri occhi.

Disastro provocato (per citare Giuliano Ferrara su Il Foglio di qualche giorno fa) dal "sentimento del tutto elettrico", diffuso da quell' "ambientalismo ztl" che si è impadronito dell'Italia attraverso "una lettura scema dell'economia e della politica".

La Della Pasqua, nel suo articolo di oggi, ci conferma che le negatività delle "rinnovabili" industriali (come i comitati della Rete della Resistenza sui Crinali sanno bene da tempo) non risiedono solo nei costi insostenibili e nell'inefficienza energetica di pale e pannelli:

 

"La narrazione dominante è che le arcigne sovrintendenze e le inette amministrazioni territoriali bloccano l'avanzata del futuro, impedendo la diffusione delle fonti rinnovabili. E' in atto una campagna serrata contro chi ritarda il diluvio di progetti di centrali eoliche e fotovoltaiche in ogni punto d'Italia ma si tralascia di dire perché questi progetti non sono "graditi", come si tace sul fatto che tali impianti sono tutt'altro che "green". La stella polare è la tabella di marcia che si è data l'Europa "senza se e senza ma"... entro il 2050 la maggior parte della nostra energia dovrà provenire da fonti verdi. Ma per l'Italia questa è una grande illusione per un motivo semplice: pale eoliche, pannelli fotovoltaici e centrali idroelettriche vanno a scapito del paesaggio. E per il nostro Paese il paesaggio è una risorsa da tutelare. Comodo prendersela con le soprintendenze ambientali che non concedono le autorizzazioni: esse proteggono l'interesse di tutti. Ormai chi osa criticare le rinnovabili è un negazionista che rallenta la transizione ecologica. Questo approccio "politicamente corretto" si sta diffondendo a macchia d'olio in Europa e anche il Italia..."

 

Questo articolo è anche un consiglio per il voto del 25 settembre. O, per meglio dire, un consiglio per il non voto: i comitati contro l'eolico industriale non possono votare chi è andato a letto con l'Anev e chi, attraverso le "semplificazioni", ha fatto approvare a spallate dal Consiglio dei Ministri il progetto "impossibile" del Giogo di Villore.

Potete stare tranquilli: se è passato quello, e se torneranno al governo quelli delle "rinnovabili senza se e senza ma", passeranno tutti i progetti eolici che verranno presentati, a cominciare proprio da quelli a suo tempo bocciati.

 

Alberto Cuppini

 

 

 

 

Chicco Testa (assieme a molti altri): "L'Europa si trova di fronte a un fallimento della sua politica energetica, tutta fondata sul green deal, su una speranza eccessiva nelle fonti rinnovabili."

 

Gli articoli del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Era mia intenzione dedicare la rassegna stampa alle gravi dichiarazioni del presidente della Confindustria Bonomi sull'incombente crisi economico-sociale indotta dai costi dell'energia, ma la lettura del comunicato-lettera di Italia Nostra  mi ha fatto cambiare idea. Bonomi ed il tracollo dell'industria manifatturiera italiana che ci attende nei prossimi mesi possono aspettare: dobbiamo dare la precedenza ad una cosa ben più importante, di cui la stagflazione italiana ed europea sarà solo una delle tante conseguenze negative. 

Italia Nostra individua correttamente nei fallimenti della Energiewende (transizione energetica) tedesca, basata sulla sostituzione degli idrocarburi fossili con le fonti "rinnovabili" non programmabili (e per ciò stesso fonti "NON alternative"), la causa prima del fallimento della lotta ai cambiamenti climatici ed i disastri della politica energetica europea ai cui effetti stiamo assistendo sbigottiti in questi mesi.

Italia Nostra non è sola a proposito di "fallita Energiewende". Anche Chicco Testa, ex presidente di Legambiente (e poi, tra le altre presidenze, anche dell'Enel), si è riposizionato nel suo giudizio sulla svolta "green" in salsa tedesca. Leggiamo dal suo articolo su Il Foglio" del 24 agosto "Alla voce energia tutti i partiti restano vaghi":

 

"L'Europa si trova di fronte a un fallimento della sua politica energetica, tutta fondata sul green deal, su una speranza eccessiva nelle fonti rinnovabili e completamente dimentica delle ragioni di sicurezza che dovrebbero essere al primo posto nelle scelte energetiche. Il caso più eclatante è probabilmente quello della Germania. Qualche esponente politico di rilievo comincia a parlare di completo fallimento della transizione energetica tedesca."

 

Chicco Testa è in buona compagnia, anche sulla stampa, nell'essere convinto delle colpe della Germania, che è, di fatto, il Dominus dell'Unione Europea. Leggiamo che cosa scriveva quello stesso giorno Paolo Annoni su Il Sussidiario, nell'articolo "Così la Germania manda in frantumi la solidarietà europea":

 

"... il lasso di tempo, misurato in anni, che intercorre tra lo scenario attuale e il rimpiazzo della Russia è più che sufficiente per far collassare l’economia di un grande Paese industriale come la Germania e forse, Dio non voglia, anche la sua società... Se in Europa si tenta di “risolvere” il problema chiudendo questa o quella impresa, per abbassare la domanda di gas, il futuro è fatto prima di cronica mancanza di materiali e poi di tessere annonarie. La distanza da colmare nella percezione comune ancora attaccata ai “due gradi in meno di riscaldamento” è siderale. Il meccanismo europeo con cui si fissa il prezzo del gas, senza entrare nei dettagli, vive dell’assunto che il “mercato” sia sempre in grado di garantire le forniture e che il gas sia una risorsa messa a disposizione dai fornitori su un mercato globale come se fosse un paio di scarpe. La realtà è diversa da questa ideologia perché il gas è una risorsa strategica che fa funzionare i sistemi industriali e le economie. Quello che abbiamo imparato in questi mesi, osservando attoniti quotazioni che sono un multiplo dei costi di produzione, è che se ideologia e realtà vanno in cortocircuito tanto peggio per la realtà."

 

Ancora più specifico sulla "diversità tra la realtà e questa ideologia" è stato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia (e l'uomo più ricercato e fotografato dai giornali italiani negli ultimi mesi), nell'intervista concessa a La Verità del 29 agosto nell'articolo "Il gas sarà razionato. Dobbiamo riaprire le centrali a carbone", che sottotitolava:

“L'errore è stato pensare di risolvere tutto con le rinnovabili. Una cosa fuori dalla realtà”.

L'articolo è stato parzialmente ripreso dal Sussidiario, liberamente consultabile in rete, intitolandolo "Davide Tabarelli/ “Rinnovabili? Basta alibi, questi impianti sono invasivi.

Leggiamo qualche passaggio dell'intervista:

 

"L’ansia del cambiamento climatico è la madre di tutto.”

Secondo l’esperto, l’ansia del cambiamento climatico ha indotto i produttori di gas e petrolio a ridurre gli investimenti sulla capacità produttiva. Il risultato è la scarsità dell’offerta e i prezzi salgono. Ma non solo…

“Poi si è aggiunta la questione russa. Le radici sono lontane, però. L’ambientalismo antindustriale a sinistra ha avuto il sopravvento sulla critica al sistema capitalistico in senso stretto tipica del vecchio partito comunista. Io ho avuto una piacevole discussione con un esponente dei Verdi pochi giorni fa. Vivono nel loro mondo”. Enrico Letta è stato ministro dell’Industria nei primi anni Duemila. Ha firmato le prime direttive gas. Ma dopo 22 anni lo vedo poco attento alle questioni industriali. Da qui nasce anche la “distrazione europea” espressa dalla von der Leyen e da Timmermans. Per non parlare degli ambientalisti al governo in Germania”.

Hanno anche un alleato in più. La grande finanza!

"Che si è innamorata di questa bolla alimentata dalla "certezza" che fra pochi mesi avremo l'acqua sopra al Colosseo a causa del cambiamento climatico."

Infine una considerazione sulle rinnovabili:

“Sia chiaro, facciamo le rinnovabili là dove possono essere realizzate. E finiamola con l’alibi di mettere in croce le soprintendenze. Questi impianti sono “invasivi”. Il paesaggio, soprattutto in Italia, ha un valore economico. Si ritorna sempre lì. Al tema della densità energetica. Quello che tu fai su 500 ettari con un impianto fotovoltaico lo fai in una normale centrale convenzionale che occupa mezzo ettaro”.

 

Alberto Cuppini

 

"Per allentare la tensione sui prezzi energetici è necessario che l'Unione europea chiuda il mercato dei permessi di emissione e fermi la corsa al Green deal. Il piano Fitfor55 va messo nel cassetto".

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Mentre gli europei assistono inorriditi alla parabola ascendente di sempre nuovi record  dei prezzi del gas - e di conseguenza dell'elettricità - che, se confermati nei prossimi mesi, li condannerebbe alla più cupa miseria, inizia a farsi strada anche nell'opinione pubblica, sia pure a fatica, la consapevolezza delle responsabilità del disastro, fin qui tenute nascoste dalla falsa narrazione dei mass media.

Consigliamo perciò di affidarsi, per il futuro, alle analisi di chi ha sempre rifiutato questi atteggiamenti omertosi, ad esclusivo vantaggio delle rinnovabili salvifiche, e non ha temuto l'impopolarità, neppure nei peggiori momenti di isteria collettiva per la "Piccola Greta".

Tra i pochi coraggiosi anti conformisti, ci piace segnalare il nome di Sergio Giraldo, giornalista della Verità. Consigliamo perciò per questa nostra rassegna stampa il suo lungo articolo, sulla Verità di venerdì, "Green deal ko per allentare il cappio del gas".

Ci sarebbe piaciuto riportare qui l'intero brano, ma dubitiamo che l'editore ne sarebbe stato contento. Raccomandiamo perciò vivamente di recuperare il giornale oppure di leggere l'articolo dall'inizio alla fine sul sito web della Verità. Intanto, per farsi un'idea di quelle dolenti note, bastano questi brevi estratti:

 

"Ma la scelta europea più dannosa, che risale a qualche anno fa, è stata l'adesione al Green deal, un'idea secondo la quale il mondo sta per finire e per evitare la catastrofe è necessario abbandonare in fretta gli idrocarburi a favore di energie "verdi". Che l'allarme sul clima sia giustificato o meno, l'obiettivo della decarbonizzazione delle attività umane al 55% in meno di nove anni, come vuole il pacchetto europeo Fitfor55, è quanto di più spropositato si possa immaginare...

L'Unione Europea si distingue per la pervicacia e l'ottusità con cui intende perseguire questo assurdo obiettivo. L'Ue ha inaugurato per prima anni fa un mercato obbligatorio dei permessi di emissione di CO2, che è stato il motore originario dei rincari del prezzo dell'energia nella primavera 2021, un anno prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Le quotazioni in quel periodo hanno iniziato ad impennarsi, quando ai mercati è stato chiaro che Bruxelles sarebbe andata avanti nel folle progetto nonostante le evidenze...

Più in radice, il Green deal ha disincentivato investimenti negli idrocarburi, facendone aumentare i prezzi quando è stato chiaro che l'Europa non poteva ancora minimamente farne a meno. In più, il Green deal ha fatto crescere i costi di tutte le materie prime necessarie alle catene del valore green, dalle terre rare all'alluminio, dal rame al litio...

A prescindere dalla vicenda russo-ucraina, per allentare la tensione sui fondamentali dei prezzi energetici è necessario che l'Unione europea chiuda il mercato dei permessi di emissione e fermi la corsa al Green deal. Il piano Fitfor55 va messo nel cassetto e forse se ne potrà riparlare tra dieci anni, quando avremo investito sul gas".

 

Come dite? Non volete dare ascolto alla Verità, che è un giornale populista, sovranista, fascista, razzista eccetera eccetera, e a Sergio Giraldo che è solo un povero sfigato? Allora andate a leggere le stesse cose raccontate dal professor Alberto Clò in questa intervista concessa ad AffariItaliani.it sotto il titolo "L'Italia è rimasta senza energia. I colpevoli: UE, sinistra miope e Draghi".

Il quale Alberto Clò, in un'altra intervista di venerdì, alla sollecitazione "E poi c'è il Green deal", ha replicato seccamente: "Guardi, quello è già morto".

 

 

 

 

 

 

 

Besseghini (presidente Autorità per l'Energia): "L'Ue potrebbe sospendere temporaneamente il mercato degli Ets, i titoli legati all’emissione di CO2, con effetto in particolare sul mercato dell’energia elettrica".

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

C'eravamo già occupati del presidente dell'Autorità per l'Energia (ARERA) Stefano Besseghini in occasione di una sua prima - tardiva - manifestazione di malumore verso il percorso per la transizione energetica, che andrebbe realizzato, secondo lui, "con una serietà un po' diversa da quella dell'ultimo periodo".

Lo riproponiamo oggi per la lunga (e banalotta) intervista, realizzata da Fausta Chiesa per l'inserto L'Economia del Corriere della Sera di sabato, «L’autunno sarà difficile per attività e famiglie. Serve un tetto alle tariffe. Sensato ridurre i consumi», che potete leggere sul sito web del Corriere.

Perduto in mezzo alle consuete, infantili proposte di soluzioni dell'esplosione dei prezzi del gas (e quindi dell'elettricità),

 

«Con questi livelli di prezzi, tuttavia, il costo dell’energia diventa insostenibile anche per altri settori dell’economia e per le famiglie del ceto medio, a meno che non intervenga la Ue». Come? «Spingere con decisione sulla riduzione dei consumi per ridurre la centralità del gas, esplicitare la proposta di un tetto al prezzo del gas o un altro meccanismo che permetta di avere un maggiore controllo sui prezzi al Ttf...»

 

c'è il carico da undici:

 

«Inoltre, potrebbe sospendere temporaneamente il mercato degli Ets, i titoli legati all’emissione di CO2, con effetto in particolare sul mercato dell’energia elettrica».

 

Siamo finalmente arrivati al dunque: "sospendere temporaneamente il mercato degli Ets" (il meccanismo di negoziazione dei diritti CO2 dell'Unione Europea). Si riconosce implicitamente dall'Autorità per l'Energia quanto da noi da sempre affermato.

Scrivevamo che:

"basterebbe dichiarare di voler sospendere (anche solo momentaneamente) il sistema Ets per fare esplodere la bolla dei prezzi e spazzare via gli speculatori di tutto il mondo che, attraverso questo cervellotico sistema (si legga: "EU ETS, un mercato fatto per attirare speculatori"), hanno scommesso contro l'economia europea con la sicurezza di vincere. Altro che PPA con garanzie statali. Altro che proporre un embargo suicida, già nei prossimi mesi, sul gas russo. Sospendere all'improvviso il sistema Ets, oltre a riportare su livelli normali le quotazioni dell'elettricità in Europa, spezzerebbe pure le reni allo sforzo bellico dei russi in Ucraina, riducendo drasticamente i loro introiti finanziari."

Le conclusioni politiche da trarre sarebbero logicamente conseguenti:

"Si prenda atto che tutte le politiche dell'UE - non solo in campo energetico, ma anche in quello della politica estera e della (non) difesa - sono andate nella direzione sbagliata. Il segnale politico da dare al mondo deve essere fortissimo. Per cominciare sarebbe necessaria l'immediata sostituzione delle due principali responsabili del disastro dell'esplosione dei prezzi energetici - la Von der Leyen e la Lagarde - e l'abbandono dell'European Green Deal e di tutte le altre bambinate elaborate durante i fughini di massa del venerdì."

Con questo avallo dell'ARERA, ci aspettiamo che, dopo le elezioni (che vedranno il ben meritato castigo di chi voleva fare funzionare l'Italia solo con pale eoliche e pannelli fotovoltaici trascurando tutti gli altri investimenti), la prima iniziativa politica del nuovo Parlamento italiano, sul modello di quanto già fatto dal Parlamento polacco, sia votare una risoluzione per sospendere il meccanismo dei diritti CO2 dell'Unione europea. Ovvero per affermare fin da subito, oltre al principio del "più Italia in Europa", una netta cesura dalle sconsiderate e suicide politiche climatistiche di Bruxelles.

 

Alberto Cuppini

 

 

Davide Tabarelli (Nomisma Energia): "Se l’Arera dovesse applicare le variazioni del mercato a ottobre avremmo aumenti del 100%, un raddoppio sia per la luce sia per il gas."

 

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Giungemmo: è il Fine. Dall'articolo di Fausta Chiesa sul Corriere della Sera di oggi "Elettricità, costo record a 549 euro. Rischio nuovi aumenti in bolletta":

"Con i 549 euro di ieri il prezzo dell’elettricità al megawattora in Italia ha toccato il record di agosto, il secondo di sempre dopo quello di luglio a 564. Il boom segue il massimo storico a 251 euro del giorno precedente raggiunto dal gas... Che cosa succederà con il prossimo aggiornamento delle bollette, se i prezzi resteranno su questi livelli, più del doppio rispetto ai 100 euro medi della primavera, quando già il prezzo era quadruplicato rispetto a inizio 2021? "Se l’Arera dovesse applicare le variazioni del mercato – analizza Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia – a ottobre avremmo aumenti del 100%, un raddoppio sia per la luce sia per il gas."

 

L'ennesimo balzo verso l'alto del prezzo del gas dopo Ferragosto ha convinto persino i giornaloni che già in autunno potrebbe (potrebbe...) succedere un disastro. Ho trovato denso di significati simbolici che ieri il Corriere della Sera, di fatto organo ufficiale del PD, abbia sdoganato in un articolo ("Dall'Olanda alla Sicilia, il caro megawattora ipoteca la crescita" di Fabio Savelli) le cupe profezie ("Prepariamoci a fermate produttive e casse integrazioni a settembre") di Gianclaudio Torlizzi, finora ignorato e lasciato a scrivere gli articoli a quattro mani con Guido Crosetto.

Forse al Corriere comincia ad emergere qualche dubbio che sia un gravissimo errore, proprio mentre tutti cercano disperatamente il gas per il prossimo inverno, affidarsi all'ideologia di chi sostiene che "il gas non è il futuro", che, mentre incombono fermate produttive e casse integrazioni già a settembre, ci dice che "dobbiamo una risposta ai nostri figli, ai ragazzi di Fridays for Future che a migliaia invasero le città di tutto il mondo nel 2018 e 2019" e che invita a contrastare le "destre italiane" perchè "scelgono il nero fossile", fingendo di credere che l'Italia possa funzionare con... le pale eoliche ("Se vogliamo davvero salvare il pianeta, dobbiamo anche avere il coraggio di cambiare un po' il paesaggio per proteggerlo").

E' solo un'impressione, naturalmente: non siamo nella testa dell'editore del Corrierone. Ciò che è sicuro, invece, è che, in queste settimane pre-elettorali, questi dubbi se li stanno ponendo i pensionati, che oggi sono la base elettorale del PD, di fronte alla concreta prospettiva di ritrovarsi presto al buio e al freddo. E senza pensione. Perchè, se le aziende chiudono e i giovani non lavorano, le pensioni correnti, prelevate forzosamente dalle retribuzioni dei lavoratori in essere, non verranno pagate.

Non riteniamo tuttavia che le elezioni del prossimo mese potranno cambiare molto, e non solo in materia di politica energetica. Considerati i vincoli internazionali e la perdita di sovranità dell'Italia, le elezioni politiche italiane sono poco più di un sondaggio d'opinione, perchè l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea ed i "Mercati" (che detengono il mostruoso debito pubblico italiano, che si è ulteriormente dilatato con la follia di mesi e mesi di "lockdown" per il Covid e si dilaterà ancor di più con il "Next Generation EU") pretenderanno un governo italiano "amico". Ovvero: succube.

Se Enrico Letta fosse un politico di vaglia, si potrebbe persino pensare che la crisi di governo l'abbia orchestrata lui stesso, per permettere al suo partito (il maggiore responsabile, ancor più dei grillini, della follia del "tutto rinnovabili" in Italia) di uscire dal governo al momento giusto e lasciare la patata bollente (e l'assunzione delle responsabilità del disastro socio-economico che si sta avvicinando) alle "Destre". Il PD potrebbe in questo modo sopravvivere come il PCI è sopravvissuto grazie a Tangentopoli.

La soluzione arriverà, con ogni probabilità, dalla Germania (l'incontrastato - e sciagurato - Dominus dell'Unione Europea post '89), dove la classe dirigente ha maggiore consapevolezza della crisi incombente.

Come al solito, l'osservatore più acuto del problema si conferma Paolo Annoni del Sussidiario che, nell'articolo (leggetelo tutto dal sito web) "Oltre il nuovo record del gas/ Tre “allarmi” che arrivano dalla Germania" (dove "tutto questo accade nonostante negli ultimi due decenni siano stati spesi centinaia di miliardi di euro per la “transizione energetica”), individua il possibile cambiamento del paradigma europeo in ciò che accadrà entro breve in Germania con gli imminenti provvedimenti (nuove tasse e rolling blackout) decisi dalle previdenti autorità tedesche:

 

 "È una decisione che, per quanto dolorosa, ha una logica e serve a impedire che l’industria tedesca collassi sotto il peso di bollette energetiche che la mettono fuori competizione... Le conseguenze politiche sono imponderabili. Volendo mettere la questione su un piano finanziario è chiaro che non c’è debito per quanto piccolo che possa resistere a uno scenario di povertà energetica... L’ideologia arrivata a sbattere contro il muro della realtà lascia il passo al buon senso. O almeno si spera che si tratti di questo."

 

Tra poche settimane si comincerà a ballare per davvero. Ribadisco la mia convinzione che presto non sentiremo più parlare di "rinnovabili". Nè in Italia nè in Europa.

 

Alberto Cuppini

 

 

 

 

Oliver Stone entusiasta del nucleare per la salvezza del pianeta: "Il motivo per cui le aziende di combustibili fossili sostengono le rinnovabili? Perché richiedono inevitabilmente grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità."

L'articolo del giorno. Rassegna stampa per i resistenti sui crinali a cura di Alberto Cuppini. 

 

Per l'ennesima volta siamo stati facili profeti. I resistenti sui crinali forse ricorderanno il nostro articolo di tre anni fa "Il fallimento dell'eolico e del fotovoltaico darà il via libera al ritorno dell'incubo del nucleare a fissione".

In caso contrario invitiamo a (ri) leggerlo. Così meglio si apprezzerà l'articolo di Marcello Bussi su Milano Finanza di oggi "Il regista Oliver Stone diventa un fan del nucleare", di cui proponiamo il capoverso iniziale e quello finale:

 

"L'energia nucleare “non solo salverà il pianeta ma ci permetterà di prosperare. Sebbene sia da tempo considerata pericolosa nella cultura popolare è di fatto molto più sicura del carbone, del petrolio e del gas”. Parola del regista Oliver Stone, il cui documentario intitolato Nuclear verrà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia il prossimo 9 settembre.

...

In un lungo post su Facebook Stone afferma che il documentario sarà dettagliato, ma non affonderà nelle polemiche e “meschine argomentazioni” di chi è ideologicamente contro il nucleare. Le rinnovabili, eolico e solare in testa, possono dare un contributo non trascurabile, “ma ormai dovremmo sapere che non si avvicinano a risolvere il problema da sole. È il motivo per cui le aziende di combustibili fossili sostengono le rinnovabili. Perché richiedono inevitabilmente grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità”."

 

Quest'ultima, ovvia, irrimediabile lacuna delle rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) era stata da anni e anni denunciata da noi e (solo recentemente) da pochi altri, nel silenzio di chi (in politica, sui mass media, dalle cattedre universitarie eccetera) avrebbe dovuto intervenire per farlo notare, avendone il dovere istituzionale, ma non è intervenuto per amore di quieto vivere.

Ma non c'è stata solo la malafede a impedire di denunciare che le Fer non programmabili non possono funzionare da sole, senza "inevitabili grandi quantità di gas". Dobbiamo far notare per onestà intellettuale che qualcuno (qualcuna) non lo ha fatto per pura e semplice sprovvedutezza.

E così, adesso, in Italia arriverà prima la miseria e poi, se avremo ancora i soldi per potercelo permettere, tornerà l'aborrito nucleare a fissione. Bravi i nostri ecologisti radical chic!

 

Alberto Cuppini

 

L'articolo del giorno

Parchi eolici nell'Appenino

Mappa interattiva delle installazioni proposte ed esistenti